La libertà di BSO

Pino Oro

Pino Oro

La libertà è un concetto astratto che viene percepito dagli individui in modo del tutto personale, non è una sensazione fisica come la fame, la sete o il sonno; è un ideale a cui ogni persona assegna il proprio valore. La libertà ha valori individuali i cui limiti sono posti dalla collettività.

Il valore della libertà collettiva è dato dalla media delle libertà individuali e il livello della libertà in una comunità tenderà ad essere sempre più alto in misura dell’aumento del livello di libertà che gli individui assegnano a loro stessi, e non esiste maggior giovamento alla emancipazione degli individui quanto è quello dato dal potere esprimere la propria opinione in tutta libertà. La libertà d’espressione permette fra le altre cose di portare a conoscenza della collettività i comportamenti, le azioni, gli atti contro il bene comune compiuti dagli individui che la compongono e questo produce due effetti utilissimi alla comunità; il primo è che la paura di essere additati come malfattori trattiene gli individui dal commettere azioni che vadano contro il pubblico interesse perché in caso contrario sarebbero subito accusati e condannati. Il secondo effetto, conseguenza del primo, è l’aumento, nella comunità, del livello di fiducia nella legge; perché non c’è cosa peggiore per il vivere comune che non avere rispetto delle leggi.

I reati non puniti generano negli individui il timore di futuri soprusi e chi ha paura cerca di difendersi con le “amicizie”, le “conoscenze”; amicizie e conoscenze che a loro volta permettono di commettere reati e soprusi generando ulteriori timori e richieste di “amicizia” con il risultato che spesso appellarsi ad un giudice non basta: bisogna che i giudici siano molti, perché si teme che i pochi facciano gli interessi dei pochi e ci si affida alla moltitudine della gente. Pertanto siamo felicissimi del numero sempre più grande di associazioni, gruppi, circoli apartitici, apolitici, o di qualsiasi altra categoria vogliano appartenere che utilizzano Bari Sud Ovest per divulgare il loro messaggio, la loro opinione in tutta libertà.

Ci preme però una incombenza, una precisazione: così come le segnalazioni in tutta libertà di abusi e atti contro il pubblico interesse sono molto utili alle comunità, in misura ancora maggiore sono molto dannose le maldicenze, le calunnie. Se il portare a conoscenza della comunità gli abusi e le azioni delittuose procura vantaggi e libertà, parlare in modo offensivo di qualcuno, il calunniare, porta solo alla rovina del vivere civile. Quanto siano detestabili le calunnie lo sanno tutti. Il modo migliore per eliminare il lezzo che porta con sé la calunnia è quello di aprire a tutti i luoghi in cui è possibile esternare la propria opinione. Bari Sud Ovest evita di censurare i commenti che i lettori, “liberamente”, ci inviano e continuerà ad evitare di farlo.

Le maldicenze e le calunnie hanno una particolarità negativa per il libero vivere: non hanno bisogno di testimonianza né di particolari riscontri che le confermino; tutti e da tutti possono essere calunniati ma non per questo essere accusati in quanto le accuse hanno bisogno di prove, di riscontri e testimonianze che dimostrino l’accusa. Si denunciano i disonesti alla magistratura, alle forze dell’ordine; si calunniano le persone per strada o su internet utilizzando, male, la possibilità di esternare liberamente la propria opinione. Si calunnia e si parla male di qualcuno nascondendosi dietro un nome fasullo quando non si ha la coscienza pulita o gli attributi giusti per sostenere a viso aperto la propria opinione.

Continueremo a permettere a tutti di esternare il proprio pensiero in completa libertà, anche a chi si nasconde, augurandogli che il suo concetto di libertà lo porti presto allo stesso livello di quello della comunità dei lettori di Bari Sud Ovest.

P.S.
Crediamo tanto nella libertà da metterci anche la faccia.

Gatti Uber Alles

mimmo gattiC’è ancora qualcuno che crede nella incapacità politica del sindaco Gatti? Ma davvero si può pensare, dopo aver assistito alla maratona consigliare del 28 febbraio scorso, che l’attuale amministrazione comunale sia guidata da un principiante? Che molto presto abbandonerà perché “indagato in attesa di giudizio” come ricordato in aula da un esponente della sua stessa maggioranza?

Rispondere no a questi quesiti mette in chiaro l’unico errore strategico commesso da Mimmo Gatti in questi otto mesi. Nel finale de “il buono, il brutto e il cattivo”, famosissimo spaghetti-western di Sergio Leone, il “buono” dopo aver fatto fuori il “cattivo” e aver centrato con un colpo di fucile la corda alla quale aveva appeso per il collo il “brutto” si allontana con il bottino mentre il quasi impiccato gli urla dietro “Biondo sai cosa sei? Sei un grandissimo figlio di … “ finale coperto dalla musica di Ennio Morricone e dai titoli di coda. Ecco questo è l’errore di Mimmo Gatti: aver lasciato intravedere l’altra sera in consiglio comunale di che stoffa è fatto.

Dichiarare, come ha fatto, di aver concordato il proprio disaccordo con il suo gruppo politico di provenienza ha chiarito chi regge davvero il timone politico a Modugno, rassicurando così anche il neo assessore all’ambiente che aveva paura di salire su una nave con la stiva piena di esplosivi pronti ad esplodere. Ha dichiarato apertamente che l’incarico a vicesindaco di Bellomo era una nomina ad personam” e quindi “motu proprio” non più negoziabile con l’Udc e così facendo ha costretto il partito di maggioranza relativa a passare all’opposizione.

Ha comunicato all’assemblea consigliare che il giudice del tribunale del lavoro gli ha dato ragione in merito alla destituzione del responsabile dell’ufficio del piano di zona Chiarantoni e con questa semplice comunicazione ha relegato al livello di una semplice rivendicazione sindacale le dimissioni del coordinatore comunale di Sinistra Ecologia Libertà. Rispondendo infine ad un interrogativo postogli dall’opposizione ha messo in chiaro di non avere nessuna voglia di subire imposizioni metropolitane anche se queste dovessero provenire dal presidente regionale del Pd e di averlo dimostrato con le nomine degli assessori in sostituzione e ad integrazione della sua giunta di chiara impronta vendoliana.

È dalla sua nomina nell’estate scorsa che il sindaco procede come un rullo compressore verso il suo obiettivo politico; quale sia questo obiettivo non si sa ancora, ma come ci va lo si è capito benissimo.

Ma quanto valgono i modugnesi?

 

Meglio Rana che Gatti, almeno con Pino Rana, che li cambiava ad ogni cambio di stagione, gli assessori erano modugnesi e le loro nomine arrivavano dopo lunghe trattative, non certo pubbliche o con motivazioni note agli elettori, ma perlomeno erano nomine “contrattate” con i rappresentanti degli eletti in consiglio comunale.

Di assessori Pino Rana ne ha cambiati non si sa quanti in dieci anni ma li cambiava dopo aver cambiato alleanze in consiglio comunale, e tutti lo sapevano con largo anticipo. Cosa invece sta combinando Gatti non lo sanno nemmeno i capogruppo della sua maggioranza. Vuole dare una “nuova linfa all’Amministrazione Comunale, individuando nella persona del Vice Sindaco una figura di alte capacità professionali” e lo fa nominando il presidente del Collegio dei Revisori dei Conti del comune di Modugno, trasformando il controllore degli atti amministrativi del comune in un amministratore comunale di cui qualcun altro dovrà controllare l’operato. Dal curriculum del nuovo vicesindaco è evidente che la scelta del professionista è certamente condivisibile, ma perché privarsi di un eccellente tecnico per avere un assessore che nessuno conosce? E cosa conosce il dott. Marra di Modugno?

Se i modugnesi sono di un livello professionale inferiore a quello dell’ex revisore dei conti è certamente merito del dott. Marra, ma che a Modugno, fra i professionisti di Modugno e proprio il sindaco di Modugno ritenga che non ci siano persone capaci di occuparsi di Finanze e Personale, di Contratti e Servizi Demografici è alquanto mortificante per i modugnesi. A meno che il sindaco Gatti con la nomina a sorpresa dell’ex revisore dei conti non abbia voluto sottrarre ai suoi concittadini la gestione di quella grande patata bollente che si sta dimostrando essere la delega al contenzioso: sono innumerevoli infatti i ricorsi al TAR Puglia di aziende, cittadini e imprese che si sentono danneggiati dall’amministrazione comunale, e quello che è ancora più preoccupante è il fatto che il comune di Modugno molto spesso i ricorsi al TAR li perde. E i ricorsi più numerosi sono quelli che riguardano il settore edilizio, guarda caso un altro assessorato assegnato a un professionista che “c’azzecca” poco con Modugno pure lui.

Anche l’assessore all’urbanistica Carmine Viola, professore associato alla facoltà di economia dell’università del Salento ecc. ecc. dal curriculum lunghissimo e dalle innumerevoli pubblicazioni scientifiche, è un validissimo professionista, ma da assessore del comune di Modugno, per i modugnesi, cosa ha prodotto? Se ha prodotto poco, il sindaco Gatti, che lo ha nominato otto mesi fa, dovrebbe essersi reso conto da parecchio tempo che nominare un assessore solo in base ai titoli professionali non basta; se invece il sindaco dice che l’assessore Viola ha lavorato bene perché allora non lo ha nominato vicesindaco come riconoscimento del lavoro svolto evitandogli la brutta figura dell’essere scavalcato dal nuovo arrivato visto che anche l’assessore Viola è molto vicino al presidente Vendola? E perché vista la comune provenienza del Dott. Marra e del Prof. Viola dall’entourage del Nichi regionale non ha informato prima il capogruppo della Puglia per Vendola, Nicola Scelsi?

Domande alle quali non solo il singolo consigliere comunale Scelsi in quanto “rappresentante … di chi gli ha espressamente conferito la propria fiducia votandolo”, ma anche quelli che con lui non condividono l’orientamento politico vorrebbero che fossero date delle risposte. E senza essere costretti ad andare a Bari.

Da Highlander Gatti a Gatti il Rosso

Dopo l’abbandono, individuale, dei suoi principali antagonisti il sindaco Gatti, nominando l’avvocato revisore dei conti Paolo Marra alla carica di vicesindaco, costringe l’Udc, il partito che nelle ultime consultazioni elettorali ha raccolto il maggior numero di voti, ad abbandonare la maggioranza.

 

L’accordo politico stipulato fra l’Udc e la coalizione che aveva portato Mimmo Gatti al ballottaggio si basava, in estrema sintesi, sul riconoscimento del peso elettorale raggiunto dal partito di Casini a Modugno, e cioè una linea programmatica il cui “asse politico” fosse posto al centro. A garanzia del mantenimento della “rotta” politica dell’amministrazione venivano assegnati all’Udc l’incarico di vicesindaco ed un altro assessorato. A distanza di solo otto mesi, venuta meno l’iniziale spinta propulsiva che sembrava destinare l’amministrazione Gatti a magnifiche sorti e progressive, appare evidente che il Pd locale e il resto della coalizione hanno scelto una nuova direzione: la sinistra di Vendola.

I motivi che hanno determinato il cambio di rotta sembra possano farsi risalire alla mancanza di feeling fra il nostro sindaco e il sindaco di Bari Emiliano (vedi l’esclusione di Modugno dal CdA dell’ASI) che intende candidarsi alla presidenza della regione, e ai risultati che il partito dell’attuale governatore della Puglia, Nichi Vendola, sta ottenendo in tutta Italia nelle primarie.

La necessità di spostarsi ancora di più a sinistra, in vista degli appuntamenti elettorali del prossimo anno in cui saremo chiamati ad eleggere in fasi successive i parlamentari nazionali, i consiglieri regionali e provinciali, sembra aver convinto il nostro sindaco ad attuare uno strappo con l’alleato Udc nominando vicesindaco un professionista come Paolo Marra – vedi curriculum che pubblichiamo a parte – di conclamata provenienza politica (Rifondazione comunista) e ad iniziare un nuovo percorso ponendosi alla guida di quella parte della base del Pd che ha voglia di nuove frontiere. Dopo la fase nella quale si è scrollato di dosso gli ex contendenti ora Mimmo Gatti sembra voler intraprendere una nuova rotta imbarcandosi come un antico vichingo, con tutto il suo popolo, verso nuove terre; da “highlander” Gatti a Gatti il Rosso.

L'interesse aumenta… i poveri

altPer ogni comunità la quantità di moneta necessaria è quella che consente di utilizzare i beni ed i servizi presenti sul mercato, più una quantità di denaro sufficiente a permettere gli investimenti che poi porteranno benessere a tutti.

Nell’antichità si usava il baratto – che prevede solo lo scambio di beni già presenti – e non era possibile fare investimenti perché questi hanno la caratteristica di dare i loro frutti in un futuro più o meno lontano; l’unico investimento possibile era il risparmio, ad esempio negli anni in cui il raccolto era superiore alle necessità si toglieva una quota di semi dal raccolto che permetteva la semina l’anno successivo e la si scambiava magari con un asino o un mulo che avrebbe incrementato il lavoro nei campi.

L’uso della moneta ha agevolato l’evoluzione sociale grazie alla possibilità di poter anticipare al presente la ricchezza futura attraverso la promessa di pagare nel futuro ciò che veniva concesso nel presente: il debito. Con il debito si materializzano nell’immediato i guadagni futuri. Un meccanismo che ha permesso un progresso sociale molto più veloce: “non ho sufficienti soldi per comprare quel mulo che mi consentirà di aumentare la produzione? mi faccio anticipare il futuro guadagno e restituirò quanto mi è stato anticipato con l’incremento di lavoro che otterrò con il mulo”.

Lo stesso accade allo Stato che dovendo costruire una strada si indebita per reperire i finanziamenti per costruire quella strada che permetterà di viaggiare meglio e fare scambi con maggiore facilità. È evidente quindi che con queste finalità l’indebitamento assume una funzione di acceleratore dello sviluppo sociale. Chi concede i finanziamenti immettendo in circolazione la moneta necessaria allo sviluppo, assume una funzione propulsiva rimettendo in circolazione, a disposizione di tutti, la ricchezza di altri, moltiplicandola e svolgendo così un compito di alta valenza sociale. Per questo servizio è giusto pagare, ma quanto?

Se le banche si limitassero ad anticipare la ricchezza futura e per questo servizio chiedessero un giusto compenso sarebbe altrettanto giusto pagarlo ma…c’è un “ma” enorme: le banche non solo immettono moneta in circolo per la ricchezza futura (investimenti) che poi andrà ad incrementare la ricchezza permanente (infrastrutture, macchinari, lavoro) ma anticipano anche denaro che non si trasformerà mai in ricchezza reale e per questo, attraverso il debito, impoveriscono anziché arricchire. Anzi si impadroniscono progressivamente di tutte le ricchezze disponibili e impediscono proprio quello sviluppo che dovrebbe essere il risultato della loro funzione sociale.

Bene ha fatto il consigliere regionale dell’Unione di centro, Peppino Longo, a rivolgere un appello alla giunta Vendola affinché il governo regionale faccia sentire agli istituti di credito la voce di tutta la Puglia perché tornino ad ottemperare alla funzione sociale del credito che la Costituzione italiana assegna alle banche. Quello che stanno facendo alcuni sindaci, in particolare della provincia di Bari, che stanno scrivendo ai direttori delle banche delle proprie città per sollecitare un maggiore sostegno all’economia cittadina e prestare attenzione alle piccole e medie imprese, alle famiglie ed ai singoli cittadini, è un segnale preoccupante di quanto sia difficile la situazione economica delle famiglie e delle piccole e medie imprese. Si corre il rischio di vedere allungata la già lunga lista dei senza lavoro e come Regione dobbiamo cercare di evitare di arrivare a questo”.

Il consigliere Longo però non può pensare di esaurire con un appello alla giunta regionale il mandato dei suoi elettori; ben altro la comunità modugnese si aspetta da lui, a cominciare proprio da quelle piccole e medie aziende che con lui hanno collaborato negli anni in cui “Peppino Longo” era sinonimo di grande impresa edile. Oggi, non più manager ma consigliere regionale, dovrebbe mettere a frutto la sua esperienza di imprenditore per trovare gli argomenti giusti affinché il nostro sindaco Gatti rivolga lo stesso invito che tanti sindaci stanno rivolgendo agli istituti bancari per risolvere i problemi “dei piccoli imprenditori che hanno difficoltà a mandare avanti le proprie attività e a pagare i propri dipendenti”.