Elena Di Ronzo: "il SEL sa esattamente da che parte stare"

Sel ha le idee chiare sui programmi ma “scartiamo a monte ogni ipotesi di apparentamento”. Soli al voto? “Le primarie sono un problema esclusivamente del Pd, tirato in ballo per dirimere questioni interne. L’ennesima lotta intestina tra gruppuscoli annidati intorno ad interessi di parte”. L’Udc? “Terza forza tra i due schieramenti”.

Dottoressa Di Ronzo, tra qualche mese Modugno sarà chiamata alle urne per rinnovare il Consiglio Comunaleed eleggere un nuovo Sindaco. Il nome di qualche candidato Sindaco ufficiale e di qualcuno ufficioso già circolano. A sinistra esistono ipotesi di candidatura?                             Intanto, questo mandato non è ancora giunto a termine e ritengo che nei prossimi mesi si debba intensificare l’azione amministrativa per portare a termine le iniziative cantierizzate. Mi riferisco alla possibilità di riattivare il percorso di riqualificazione urbana a partire dal quartiere Cecilia, per il quale la Giunta Municipale ha già adottato un provvedimento ed è stato avviato un confronto con l’Assessorato Regionale all’Urbanistica e Assetto del Territorio quanto alla possibilità di concretizzare gli interventi previsti nel Piano Sociale di Zona finalizzati a costruire una rete di servizi capaci di rispondere ai bisogni delle persone in situazione di svantaggio e per le quali, nell’arco di pochi mesi, si è cominciato a strutturare interventi importanti. Parallelamente, non si è mai interrotta a Sinistra una riflessione sul presente quanto sulla prospettiva. A partire dall’analisi della trascorsa esperienza di governo per coglierne i difetti e i pregi nell’ambito di un centrosinistra che non ha saputo cogliere l’opportunità di crescita, collettiva e politica, data dall’esperienza di governo.

Brevemente, quali i pregi e quali i difetti?                                                                                                                                                                 Un pregio, e so di ragionare controcorrente, è stato quello di mantenere viva l’idea di aprirsi ad esperienze di “laboratorio politico”, di cercare periodicamente soluzioni innovative per ridare slancio ad una azione amministrativa stanca e senza prospettive di ampio respiro. Legato a questa impostazione “aperta” vi è il grave difetto di essersi presentati a questa partita senza un obiettivo preciso e, soprattutto, senza alla base una forza identitaria, come coalizione e come centrosinistra, capace di contenere i pericoli di deriva insiti in ogni tentativo di innovazione. Dentro questo “vuoto” le potenzialità del centrosinistra si sono disperse in mille rivoli lasciando spazio ad operazioni partitiche di non chiara prospettiva, a cambiamenti di “ residenze” politiche, a ritorni di fiamma ed a dolorosi abbandoni, all’esasperante confronto con le ambizioni di “scalata” di alcuni. Un altro difetto consiste nel non aver saputo declinare le pratiche della partecipazione e questo è indicativo della difficoltà a rapportarsi con il territorio, non solo sulle grandi questioni, ma anche in termini di programmazione e di pianificazione delle azioni di governo. Il difetto più grave consiste nell’avere sostituito maggioranze politiche con maggioranze numeriche. Ovviamente, questa situazione ha determinato la produzione di periodi, anche lunghi, di non governo durante i quali a pagarne le conseguenze è stata la città.

Ci spieghi.                                                                                                                                                                                                                La mancanza di indirizzo politico di governo, l’assenza di obiettivi amministrativi chiari, la non definizione delle priorità di intervento paralizzano la macchina amministrativa facendone ricadere gli effetti sulla collettività. Ovvero, determinano una burocratizzazione degli interventi ed un allontanamento progressivo della parte politica dalla pratica di decodificazione dei bisogni della popolazione riducendo, di conseguenza, la possibilità di pianificare azioni capaci di rispondere ai bisogni stessi espressi dalle persone.

Vuol dire che i Dirigenti, in assenza di indirizzi chiari, fanno ciò che vogliono?                                                                                                      Piuttosto, fanno ciò che possono. Poi, quando si aprono dei varchi, è sempre possibile che qualcuno ci si infili. Si consideri, anche, che la prossima consigliatura, dal punto di vista della gestione amministrativa non nasce particolarmente fortunata in virtù dei vincoli imposti dalla normativa nazionale in materia di personale e sarà necessaria una profonda rivisitazione degli attuali assetti organizzativi all’interno di ogni settore. Il che porta con se, però, la possibilità di valorizzare tante risorse interne che attualmente non trovano il giusto spazio per esprimersi.

Ma, torniamo alla prossima tornata elettorale. Bocche cucite a sinistra in attesa delle mosse degli altri?                                                        Assolutamente no. Anzi, ciò che non preoccupa e che non inquina la riflessione che si sta sviluppando a sinistra sono proprio le scelte degli “altri”. Abbiamo alcuni punti di forza che ci distinguono: non abbiamo un problema identitario, abbiamo idee chiare sul programma di governo da proporre agli elettori, sappiamo esattamente da che parte stare, scartiamo a monte ogni ipotesi di apparentamento fra il primo ed il secondo turno elettorale nel caso di ballottaggio, non abbiamo interessi particolaristici che ci impongono di vincere a qualsiasi prezzo e a qualsiasi condizione. Credo che il primo fra i problemi da affrontare sia quello della chiarezza con gli elettori. Negli ultimi tempi, la rincorsa alla ricerca dei numeri ha travolto la pratica politica ed ha prodotto quello che all’esterno del “Palazzo”, ma anche all’interno, è stato colto come un pastrocchio. Per quello che riguarda la costruzione di una coalizione che riproponga il centrosinistra alla guida della città è in corso un confronto con   potenziali alleati naturali per verificare se, a partire dai punti fermi detti prima, ci sono le condizioni per rimettere in piedi una coalizione attenta ai problemi delle persone e, soprattutto, se vi è una condivisione piena della natura che deve sottendere alla pratica politica.

E se queste condizioni venissero meno?                                                                                                                                                      Cercheremo di aggregare intorno alla nostra proposta quanti la vorranno condividere. La questione identitaria, sapere chi sei e dove vuoi andare, è oggi a Modugno una questione centrale. Il problema non è quello di sedersi per condividere un elenco di punti programmatici con la consapevolezza che quello stesso elenco sarà oggetto di mille rivisitazioni nel corso della legislatura qualora mai fosse assunto davvero a bussola dell’attività amministrativa. Il punto è, piuttosto, condividere una idea
di governo, una idea di sviluppo della città, una idea di intervento nelle questioni sociali. Dare sostanza con la pratica politica alla convinzione che non c’è più tempo per rinviare il passaggio dall’assistenzialismo al sostegno nella costruzione di percorsi di autonomia per persone in stato di bisogno, passare dal possibilismo rispetto agli interventi non ecosostenibili alla difesa vera del territorio ed al sostegno dello sviluppo di una economia sostenibile, incentivare le pratiche della partecipazione piuttosto che mortificarle, riavviare un dialogo con le organizzazioni di promozione sociale e con il terzo settore per condividere strategie di intervento e modelli di sviluppo: questa è l’idea di governo della sinistra e intorno a questa idea cerchiamo di costruire il confronto. Non è scontata la prospettiva della coalizione proprio perché, su questi temi, non vi è stata convergenza, negli ultimi anni, con l’alleato maggiore del centrosinistra.

Si riferisce al PD?                                                                                                                                                                                                     Si, il riferimento è al PD, ma nella sua forma di contenitore di individualità diverse che spesso hanno prodotto lacerazioni e determinato percorsi e scelte che sono ricadute sull’intero centrosinistra.

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