"Oltre la plasticità del legno": mostra sulle opere del maestro D'Elia

“Oltre la plasticità del legno”. Nella sede della Pro loco in mostra le sculture di Gioacchino D’Elia. I visitatori possono lasciare un giudizio sulle opere che più hanno gradito. “La ricerca artistica di Gioacchino D’Elia, non abbandonando mai la materia da cui è partita”.

“La plasticità del legno – si orienta, nelle ultime creazioni, in senso verticale per esprimere l’umana tensione interiore volta ad elevare l’ordinarietà del quotidiano. Sembra infatti che da una dimensione orizzontale, quella degli oggetti domestici, pur elevati alla ricercatezza ed originalità artistica, egli si avventuri in uno slancio verticale che scava la materia al limite della forza di gravità, fino a realizzare forme e figure in cerca di sottili equilibri ed ardite armonie”. Così recita il commento dell’architetto Francesca D’Elia figlia dell’artista che ha dato vita alle opere esposte sino al 27 dicembre presso il palazzo della Pro Loco di Modugno.

La mostra è stata voluta fortemente da Peppino Longo che durante l’inaugurazione ha sottolineato lo stupore di quando per la prima volta ha visto le opere di D’Elia. Anche l’assessore alla cultura Fedele Pastore ha partecipato all’inaugurazione lodando il grande impegno fatto di fatica e sudore per trasformare una radice grezza in una scultura che altro non è se non “poesia che si vede”. 

L’artista è di poche parole, vuole che siano le sue opere a parlare per lui. Opere – realizzate interamente in legno, scolpito alla vecchia maniera con scalpello e lime create artigianalmente – che spaziano da rivisitazioni di oggetti semplici di uso comune come posate, orologi o portafiori, sino ad articolarsi in bassorilievi, sculture commemorative, composizioni figurative e astratte.

La peculiarità dell’opera di D’Elia sta nell’aver riversato nella manipolazione del le-gno tutta la fatica e l’esperienza di una vita intera a partire dai viaggi giovanili sino a giungere agli anni d’insegnamento che hanno permesso all’artista di trasmettere la sua passione ed instillarla in giovani menti che – come l’artista auspica – scelgano di utilizzare il loro tempo in maniera costruttiva producendo opere che colpiscano lo spettatore e che siano traccia di genio negli anni.

A Palazzo Scarli mostra sul Presepe di Modugno

Classici vicoli napoletani anfore e paesaggi esotici: diciassette presepi in gara Evento organizzato dall’Associazione Amici del presepe e Promozione sociale San Rocco e San Nicola, con una sezione dedicata alle opere degli under 12.

“Il Natale e il presepe sono nostri valori da secoli, custodiamoli con cura”. È lo slogan affisso sul manifesto della III edizione del Presepe di Modugno. Una gara tra costruttori di presepi non professionisti che hanno voglia di esprimere la loro creatività e far rivivere questa antica tradizione, molto sentita al sud, e troppo spesso emarginata. Due sono le categorie che prenderanno parte alla competizione: ragazzi fino ai 12 anni e adulti.

Attualmente sono iscritti 12 gli adulti e 5 i ragazzi concorrenti. Le opere in esposizione sono state create artigianalmente rispecchiando un po’ tutti i canoni del presepe tradizionale e non. Vi sono presepi ambientati nei classici vicoli napoletani, presepi costruiti in un’anfora, presepi ambientati in paesaggi esotici. Sarà il pubblico a decretare il vincitore della competizione che riceverà, simbolicamente, un cesto natalizio con vari prodotti tipici offerto, organizzatori dell’evento.

“Fino all’ Evento organizzato dall’Associazione Amici del presepe e Promozione sociale San Rocco e San Nicola 19 dicembre tutti coloro che visiteranno la mostra riceveranno una scheda sulla quale potranno segnare la loro preferenza – commenta Giuseppe Magaletti, presidente dell’associazione Promozione Sociale San Rocco e San Nicola – vogliamo che il pubblico decreti il vincitore”. Durante la mostra–concorso verrà esposto il presepe Comunale, opera compiuta dallo stesso Giuseppe Magaletti in sole due settimane.

Il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano conferisce a Modugno lo status di Città

Possiamo definirci cittadini. Fuochi d’artificio, la banda in piazza Sedile e oltre cento modugnesi a celebrare la loro Città. Alla manifestazione era presente il sottosegretario Mantovano. In una gremita cerimonia nella sala consiliare del comune, Modugno ha ottenuto il riconoscimento di Città.

Oltre a rappresentanti delle forze dell’ordine, sindaci dei limitrofi comuni di Bari, Rutigliano, Polignano, Bitetto, Grumo, Bitritto, Adelfia e Giovinazzo, all’evento sono intervenuti i parrochi delle chiese modugnesi, consiglieri e assessori dell’attuale governo cittadino e non ultimi i rappresentanti delle locali comunità senegalese e cinese.

Accanto al sindaco Pino Rana la baby prima cittadina. E poi gli ospiti istituzionali: il prefetto di Bari, Carlo Schilardi, il presidente della Provincia, Francesco Schittulli, e in rappresentanza del presidente della Repubblica il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano. Dopo i ringraziamenti di rito, il sindaco Rana ha sottolineato l’importanza del riconoscimento di Città a Modugno, che “non porta soldi ma valore aggiunto a una delle più rilevanti realtà locali del Sud Italia”.

Un "miracolo" alla base della ricorrenza della Fiera del Crocifisso

Siamo nel 1622. Durante una funzione un fulmine cade sulla chiesa Matrice colpendo il campanile e rovinando il presbiterio. Tre sacerdoti e tre chierici muoiono. Anche il crocifisso è in fiamme ma il fuoco divora solo l’asta lignea della croce lasciando intatto il Cristo.

Per tutti un evento “prodigioso”, un “miracolo” da ricordare con una festa a cui si accompagna una fiera, detta, appunto del Crocifisso, della durata di otto giorni: la seconda e la terza domenica di novembre. La storia si fa tradizione, la tradizione leggenda e anche la stessa festa rientra tra i fatti miracolosi visto che nel 1656 una temibile e cruenta epidemia di peste cessa di spargere i sui frutti di morte proprio alla vigilia della festa del Crocifisso: una conferma “dall’alto” della bontà di questa celebrazione. Appuntamento che fa di Modugno, in quei giorni, centro economico della provincia con un’alta affluenza di visitatori: conferma “dal basso” dell’opportunità di questa ricorrenza.

La Pro Loco a custodia del nostro patrimonio storico culturale

«Custodiamo la nostra storia» l’arte delle oltre 8mila città italiane diventi patrimonio da salvaguardare per legge. Raccolte in poche settimane più di 350 firme per la proposta di iniziativa popolare. L’Unione Nazionale delle Pro Loco, in stretta collaborazione con le Pro Loco di tutta Italia, ha organizzato il 19 settembre con una proroga al 19 novembre, un’importante raccolta firme per la legge di iniziativa popolare “Custodiamo la Nostra Storia”.

“La raccolta firme – ha dichiarato il Presidente nazionale delle Pro Loco Claudio Nardocci – si pone l’obiettivo di custodire un patrimonio che costituisce, da più di un secolo, l’ambito specifico su cui operano le Pro Loco, in particolare le tradizioni, l’artigianato e la cultura popolare che costituiscono la storia di tutti. L’ UNPLI – sottolinea il Presidente Nardocci – con questa iniziativa chiede inoltre, nello spirito della sussidiarietà, di affidare alle associazioni Pro Loco la gestione di musei e di altre attività nelle quali lo Stato non riesce a garantire una presenza costante: una richiesta avanzata ultimamente anche dalla Presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia”.

L’UNPLI dunque si propone, tramite questa iniziativa, di promuovere e valorizzare il “patrimonio culturale immateriale” italiano dove si intende con questa definizione, pratiche, rappresentazioni, espressioni, conoscenze e i saperi – così come gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati ad essi – che la comunità, i gruppi e in alcuni casi, gli individui riconoscono come facenti parte del loro patrimonio culturale.

Tale patrimonio culturale intangibile, trasmesso di generazione, è costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi interessati in conformità al loro ambiente, alla loro interazione con la natura e alla loro storia e fornisce loro un senso di identità e continuità, promuovendo così il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana”. Gli scopi della presente legge come si evince dall’articolo 1 comma 3 sono: 1) Salvaguardare il Patrimonio Culturale Immateriale; 2) Assicurare il rispetto del Patrimonio Cultuale Immateriale da parte delle comunità, degli individui interessati e dei gruppi; 3) Assicurare che il Patrimonio Culturale Immateriale sia valorizzato, apprezzato e promosso, suscitando la consapevolezza a livello locale, regionale e nazionale.