L’errore più grande di un sindaco?

Volerlo fare, a qualsiasi costo

Ci ha provato per oltre quaranta anni prima di riuscirci. Ci ha provato in tanti modi. Ha iniziato a provarci già nelle elezioni comunali del 1970. Appena ritornato a risiedere a Modugno, dopo il soggiorno grumese, si propose come capolista ai maggiorenti locali del PSI, partito in quei mesi già in quella fase di ringiovanimento dei quadri politici locali che avrebbe permesso di eleggere ben 10 consiglieri comunali ed un consigliere provinciale. Essendo stata scartata, qualcuno dice con qualche battutina ironica, la sua auto candidatura a capolista del PSI, pensò bene di rivolgere la stessa richiesta ai dirigenti locali dell’allora PCI, che aveva come segretario il compianto Prof. Nicola Sblendorio. Anche il PCI però si era avviato, in vista delle elezioni, a ringiovanire i quadri locali con persone e volti nuovi che non “somigliavano” alla figura dell’ex grumese e rifiutarono, qualcuno dice malamente, la sua proposta di investitura a capolista del partito. Fu allora che con un “coup de théâtre” aprì a Modugno una sede del PSIUP (Partito Socialista di Unità Proletaria), raccolse attorno e dopo di sé, nella lista, i nomi di altri 29 modugnesi e riuscì a farsi eleggere in consiglio comunale. In quella campagna elettorale, per rendersi familiare agli elettori, si peritò di farsi “vedere” nell’aula della scuola De Amicis, dove l’allora insegnante di scuola elementare Giuseppe Pantaleo, onest’uomo di destra, (fondatore a Modugno del Partito Monarchico) nelle ore serali, coadiuvato da vari giovani intellettuali di sinistra, gratuitamente, si dedicava alla “istruzione” di una dozzina di quelli che allora venivano chiamati “spazzini”. Il progetto educativo – visto l’approssimarsi della privatizzazione del servizio di spazzamento e raccolta rifiuti comunali – era finalizzato al raggiungimento, da parte di questi lavoratori, della licenza elementare che li avrebbe resi poi idonei all’assunzione come bidello nelle scuole comunali. Importa dire che l’apporto intellettuale dell’allora, ancora semplice, capolista del PSIUP, all’istruzione di quella dozzina di modugnesi, fu alquanto scarso e limitato alla propaganda elettorale.

Dismessa la toga da magistrato per raggiunti limiti d’età, dopo una brillante carriera che lo hanno visto impegnato come magistrato in indagini e sentenze clamorose al di fuori del territorio modugnese, nelle comunali del 2011, pur raccogliendo un considerevole numero di voti come candidato sindaco, non riesce a varcare la soglia del consiglio comunale. Tentativo invece riuscitogli due anni dopo, a distanza di oltre quarant’anni dal primo tentativo del 1970. Nel 2013, favorito dalla denuncia di tre anni prima di un imprenditore edile che ha causato il dissolversi di quella classe politico/affaristica ancora oggi impegnata nelle aule di tribunale a “difendersi” da pesanti accuse, compresa quella terribile di associazione a delinquere, finalmente raggiunge l’obiettivo: governare la città di Modugno.

Soddisfatta la sua ultradecennale aspirazione, però, i modugnesi in generale e i suoi elettori in particolare non gli hanno riconosciuto il ruolo al quale, probabilmente, più di tutti aspirava: quello di miglior sindaco della storia modugnese.

Gli anni trascorsi nella sua funzione di sindaco, lentamente ma crudelmente, hanno offuscato, nell’opinione pubblica, la sua immagine di difensore integerrimo della costituzione, della legge e della correttezza istituzionale. Causa principale di questo venir meno nella considerazione pubblica, la sua scarsa conoscenza dell’economia e della misura metrica: resta memorabile il suo paragonare, in un intervento in consiglio comunale, la grandezza di un trullo abusivo alla cuccia del suo cane; il suo considerare l’intera classe dei lavoratori dell’edilizia alla stessa stregua di banditi e stupratori; il suo voler costantemente classificare i suoi contestatori come mercenari al soldo della speculazione edilizia o al servizio di quella sinistra “preveggente” che fatto salvo il consenso elettorale che gli ha permesso di essere eletto come deputato nel 1994, non si è mai fidata della sua capacità di amministratore. Ora si avvicina la scadenza del secondo mandato, ha assicurato la sua ennesima candidatura a sindaco. Quanto a lungo potrà sopportare l’offuscamento di quella splendida immagine così duramente costruita nei lunghi anni di onorata carriera da magistrato?

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Un commento

  1. COME SI SUOL DIRE…SIGNORI SI NASCE!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *