Sbagliato evitare il dialogo

ma ancora di più farne una guerra

Al fondatore e animatore di un movimento politico quale “Italia Giusta Secondo la Costituzione”, la voglia di commettere una ingiustizia, nei confronti di chiunque, non dovrebbe passare nemmeno per la “capa”. Ritenendo giusto considerare che si commette una ingiustizia allorquando, sfruttando la propria posizione, si trasforma un dialogo in un combattimento, in una guerra ad oltranza, non è sbagliato ritenere che sia in grande contraddizione con se stesso chi predica di avere a cuore la giustizia e nelle occasioni in cui è chiamato a dialogare, non facesse altro se non commettere tale ingiustizia. Nelle occasioni in cui è possibile dialogare ci si impegna a chiarire le questioni oggetto del dibattito, cercando, se possibile, di correggere l’opinione degli avversari con cui si discorre, mostrando gli errori nei quali essi incorrono a causa propria o di quelli con i quali si confrontavano in precedenza. È una grave ingiustizia il trasformare, ogni volta, le occasioni di confronto con gli avversari, in un combattimento all’ultima ingiuria, tentando, per quanto è possibile, di sconfiggerli incastrandoli con la dialettica e i sofismi, scherzare e deriderli ogni volta che se ne presenti l’occasione, utilizzando le armi messe a punto nei tanti anni trascorsi parlando, in un’aula di tribunale, avendo alle spalle l’autorità e il peso dello stato.
Agendo in questo modo, è del tutto naturale che i consiglieri con i quali il primo cittadino è in “guerra continua” vengano presi dalla voglia di evitare di partecipare alla discussione in consiglio comunale. Dedizione al proprio mandato elettorale e perseveranza nel continuare a chiedere di vedere rispettati i propri diritti non possono e non devono mai venire meno ai consiglieri di opposizione. Disertare l’aula, rinunciare a partecipare ai lavori consiliari non è una scelta facile e di sicuro non è stata presa a cuor leggero. Molte sono le ragioni che avrebbero dovuto trattenere i consiglieri di minoranza dal prendere una tale drastica decisione. Troppe volte, però, le richieste di confronto e di chiarimento della minoranza non sono state accolte. Continuare, come se nulla fosse, a chiedere il rispetto dei propri diritti e non ottenerlo non è dignitoso, ma ancora di più, non è giusto che chi predica per il rispetto della costituzione vada in consiglio comunale come se andasse in guerra.

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