Chi dopo il Commissario Ruffo?

Di incontri, per promuovere il proprio candidato sindaco, se ne sono già organizzati tanti.

Molti non sono stati invitati e qualcuno di questi non se n’è nemmeno accorto. Qualcun altro s’è offeso di brutto; anche perché quel qualcun altro aveva dichiarato al diretto superiore gerarchico di chi ha organizzato gli incontri, nonché ex collega proprio di quel qualcun altro – e in vista della molto probabile candidatura di quel “superiore gerarchico” ai vertici della Regione Puglia – di essere disposto (bontà sua) ad un riavvicinamento con gli esponenti del circolo di Modugno. È evidente che la controproposta di accordarsi direttamente con la locale segreteria politica (ça va sans dire) non è stata gradita; forse perché, data la lunga permanenza di quel qualcun altro e di quel superiore gerarchico nello stesso ordine professionale, la risposta è giunta assolutamente inaspettata.
Continuano a chiedere di conoscere i motivi, veri, per cui oggi a Modugno abbiamo, per l’ennesima volta, un Commissario a palazzo S. Croce. La risposta la sta fornendo proprio il Commissario: i problemi restano problemi finché non si risolvono e si risolvono se si ha la volontà di farlo. Certo un Commissario Prefettizio non deve “scontrarsi” con la propria maggioranza e nemmeno perdere tempo a rendersi antipatico alla minoranza consigliare ma, di sicuro, non spreca il proprio tempo a rendere le cose più difficili di quello che sono o a dire e a cercare di dimostrare che quella modugnese è una comunità da “spaghetti western”. Una comunità di gente poco rispettabile dalla quale è meglio scappare. Una citta in cui i notabili in gilè, spalleggiati da nerboruti armati fino ai denti (come si legge nei sottotitoli), fanno i loro sporchi affari e scelgono il sindaco senza consultarsi con gli unici difensori della gente onesta.
La domanda che invece gli elettori modugnesi dovrebbero porsi è: chi dopo il Commissario Ruffo?
Sperando che qualcuno, visto i precedenti e per dimostrare la sua modernità, non risponda: “Ubaldo Lay, il tenente Sheridan”.

 

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