I Moderati a Modugno – una maggioranza da costituire

Le cause della fine dell’amministrazione Magrone sono le stesse che ne hanno favorito l’elezione a sindaco: gli accordi preelettorali ritenuti indispensabili per raccogliere i voti necessari per essere eletto. Il sistema “democratico” si basa sui numeri. Si può essere eletti anche raccogliendo solo i voti “personali” del candidato sindaco ma per “governare” è necessario poter contare sulla maggioranza dei consiglieri comunali. L’attuale sistema elettorale non assicura la governabilità al sindaco che riesce a raccogliere più voti degli avversari ma a quello che riesce a mantenere la maggioranza in consiglio comunale. Gli stessi elettori che hanno votato Magrone alle amministrative dello scorso anno, alle politiche di due mesi prima, hanno votato in massa il Movimento di Beppe Grillo ma molti dei consiglieri dell’ex maggioranza non si identificano con quell’elettorato. La larga componente moderata, inserita da Magrone nelle sue liste di appoggio allo scopo di togliere voti agli altri candidati sindaco, ben presto ha espresso il proprio dissenso, sulle procedure più che nel merito, verso le iniziative e proposte del sindaco.

Tutto ciò conferma, oggi più che mai, quanto sia urgente e non più rinviabile costituire una rappresentan-za unitaria della componente moderata dell’elettorato. Procedere in ordine sparso, come si è fatto negli ultimi anni, espone al rischio liquefazione e marginalità politica gli elettori che non si riconoscono in chi assume posizioni estremiste o populiste. In politica la moderazione è un metodo, una modalità non un’identità; moderato è un modo, non un fine. I moderati sono presenti in tutte le liste e partiti, di destra e di sinistra, e sono caratterizzati essenzialmente dalla propensione alla mediazione, al cercare punti di condivisione, smussare gli estremi; questi sono gli obiettivi che si pongono i moderati. Moderato è un contenitore, non un contenuto.

La moderazione è una prassi di tolleranza, prudenza, equità; è la capacità di conciliare i contrasti, è un come si fanno le cose e non va confusa con la conservazione e nemmeno con l’immobilismo. I moderati ricercano la concretezza e diffidano dei principi astratti. Sono persone che si sforzano di mettere in campo soluzioni capaci di andare incontro alle esigenze di tutti, senza favorire gli interessi personali di qualcuno a discapito della comunità. Persone che agiscono basandosi sul loro equilibrio, sulla riflessione, che rifuggono dagli atteggiamenti violenti, dagli eccessi verbali e dalle esasperazioni comportamentali.
La moderazione è anche una posizione politica, un liberalismo conservatore, eppure non reazionario, che all’occorrenza sa farsi propugnatore di novità, ma sempre rifiutando le posizioni estreme.

Ma è chiaro che a Modugno, in questo particolare momento storico, per una politica “moderata” è neces-sario un cambiamento radicale, forte, una drastica inversione di rotta di 180 gradi.
La componente moderata dell’elettorato modugnese non ha alternativa. Oggi è condannata a vivere, da spettatrice, in un bipolarismo costituito dal voto di protesta che elegge sindaco Nicola Magrone (M5Stelle) e i votanti dell’area Pd. La formazione guidata dall’ex magistrato esce ridimensionata e sgonfiata dalle ulti-me vicende consigliari ma con la continua promessa di legalità raccoglie ancora il consenso di una larghis-sima parte degli elettori. Dall’altra parte un’offerta politica validamente rappresentata da volti nuovi ma sempre uguale, il Pd – forte di una mostruosa capacità di auto-assoluzione – riesce a raccogliere consenso stendendo un velo di oblio sulle vicende delle ultime amministrazioni nelle quali rappresentava il partito di maggioranza.

Sono molti anni che a Modugno si avverte la mancanza della moderazione, dei moderati. Molto spesso se ne sente parlare come una categoria di elettori non meglio definita ma che a detta di tutti, sinistra e destra, laici e cattolici, giovani e meno giovani, è importante intercettare per vincere le elezioni. Per intercettare questa esigenza di moderazione è necessario che i modugnesi siano in futuro rappresentati da moderati attivi ed elitari, e non da estremisti e da populisti, sarebbe già un passo avanti. Un ulteriore passo avanti si avrebbe se fra le virtù politiche necessarie, oltre alla moderazione, si richiedesse anche il coraggio, la generosità, l’apertura mentale e la capacità di proporre cambiamenti.

Oggi è più che mai urgente costituire una grande alleanza popolare, liberale, in grado di costituire un nuo-vo e innovativo soggetto politico capace di introdurre nella nostra città una vera e propria “rivoluzione moderata”. È necessario aggregare persone che abbiano coraggio, perché per essere moderati bisogna avere la schiena dritta, essere liberi da condizionamenti di ogni tipo, interpretare con autorevolezza i ruoli istituzionali e soprattutto avere il senso e il limite del proprio ruolo. Persone capaci di essere attive e innovative, che cercano il “progresso senza avventure”. Con buona pace di tutti quelli che presentano proposte politiche tese solo alla conservazione di vecchi privilegi e di antiche ingiustizie.

Molti moderati della nostra città nelle recenti consultazioni elettorali hanno optato all’ultimo momento per il Partito democratico. Il partito di Matteo Renzi ha “prosciugato” il bacino di adesioni del campo moderato e sottratto consensi ai penta-stellati. Rimanendo immune dall’ondata di astensionismo è riuscito a portare alle urne ogni aderente e simpatizzante del PD e a raccogliere una grande percentuale di voti.

Ma questa, se attentamente analizzata, è una buona notizia per le forze moderate, perché dimostra che esiste un elettorato che non voterà mai gli estremisti o i movimenti di protesta, ed è in attesa di un’offerta politica credibile. Peraltro, sommando i voti dei conservatori e dei moderati modugnesi, si prefigura una consistenza ben al di sopra della forza del movimento di Beppe Grillo e del Pd; esiste il potenziale enorme per essere competitivi,

Come dovrebbe essere costruita la leadership dello schieramento moderato modugnese? Sarà inevitabile il ricorso a elezioni primarie per l’intera coalizione che si andrebbe a costituire. Il problema più importante sarà l’individuazione di leader capaci ed autorevoli, persone in possesso di quella forza comunicativa e carismatica in grado di aggregare tutti i moderati di Modugno. Sarà necessario promuovere una gara aper-ta dal basso. Si tratta di un lungo processo politico. La riorganizzazione dell’area moderata non può avvenire in poco tempo. La logica delle primarie e della legittimazione democratica della leadership fa più fatica a imporsi nelle compagini politiche costruite con un assetto verticistico. Il pesante clima di ostilità, verso la politica e i politici modugnesi, che ha definito il decaduto assetto amministrativo è stato determinato anche dalla scelta di candidature calate dall’alto.

I moderati sono delusi da questi politici che tanto male hanno fatto ai modugnesi ed è a loro che deve ri-volgere il proprio appello chi vuole proporre idee liberali, democratiche e riformiste in un’ottica popolare, affinché si riavvicinino alla Politica. Per essere pronti alla sfida delle amministrative della prossima primavera è necessario impegnarsi nel raccogliere il favore di tutti quei cittadini che non si sentono rappresentati degnamente.
Modugno ha bisogno della partecipazione di tutti i cittadini, delle associazioni e dei movimenti che credo-no nel merito, nella legalità, nella trasparenza e nella necessità di creare opportunità di un lavoro dignitoso per tutti. Non esistono bacchette magiche o ricette miracolose che possono risolvere i problemi di Modugno e chi dice di averne non fa altro che prendere in giro
la gente. Modugno è da troppo tempo coinvolta in una profonda decadenza amministrativa che aggrava ancora di più la crisi economica del territorio. I moderati hanno il dovere di impegnarsi nel difficile compito di rinnovare la classe politica locale, perché facciano tutto quanto è necessario per ridare dignità politica alle amministrazioni cittadine del futuro e assicurare, alle aziende, stabilità regolamentare e servizi territoriali idonei al loro sviluppo, facilitando quei nuovi insediamenti che creino ricchezza e benessere per la collettività, nel pieno rispetto dell’ambiente e della legalità. I moderati possono contare già su quegli ex consiglieri comunali che si sono duramente impegnati nel difficile compito di rappresentare le istanze di tutti gli elettori modugnesi, senza alcuna distinzione di parte, ed è a costoro che devono far sentire la loro vicinanza e il loro sostegno mo-rale.

C’è la necessità di recuperare il tempo perso in sterili scaramucce verbali, di eliminare i tanti veti incrociati che hanno disperso in molteplici rivoli il grande fiume del voto moderato a Modugno. È ormai giunto il tempo del superamento delle vecchie divisioni ideologiche, dei vecchi schieramenti contrapposti.
È interesse dell’elettorato modugnese liberare le risorse, le energie, la sensibilità dei giovani, offrendo lo-ro la possibilità di rinnovare i quadri politici dello schieramento moderato. Per troppo tempo la politica a Modugno è stata ostaggio di un sistema che ha favorito l’instaurarsi di pratiche spartitorie, contrarie agli interessi dei modugnesi.

Per i moderati è essenziale liberare risorse, energie, sensibilità che altrimenti andrebbero sprecate perché sanno che è soprattutto un interesse collettivo dare priorità alla battaglia per l’occupazione, per l’ambiente, la sanità, valorizzando il territorio, l’agricoltura. Non hanno alcuna voglia di costituire un altro partito di carta, sono donne, uomini, giovani che lanciano un appello per rafforzare la rappresentanza mo-derata nella politica modugnese, in un rapporto dialettico e mai subalterno alle altre compagini politiche della città.

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