SEL, avvia la fase congressuale con il convegno su lavoro e precariato

altSi è tenuto a Modugno lo scorso lunedì 14 novembre, un convegno-dibattito sui temi del lavoro, della precarietà e della formazione. Un momento di riflessione per capire quali strategie attuare per superare le diseguaglianze sociali e i danni causati dai tagli alle politiche economiche di sostegno alle famiglie e alle imprese, in un momento di crisi strutturale così profonda.

 

L’incontro, organizzato da Sinistra Ecologia e Libertà di Modugno, avvia la fase di preparazione al Congresso cittadino che si terrà a breve, immaginando un confronto allargato alle esperienze di donne e uomini, per la costruzione di una piattaforma comune di intervento sul territorio. Alba Sasso, Assessore regionale alla Formazione e Diritto allo Studio della Regione Puglia, intervenendo, ha definito “Scelta giusta e saggia quella di un percorso precongressuale che affronti temi concreti.” “E’ importante per un partito come Sel – ha aggiunto – arrivare a momenti di discussione generale, come sono quelli dei congressi, avendo fatto una ricognizione sul territorio, sui bisogni e sui problemi, ma anche una riflessione politica sull’urgenza di questo tempo”. Senza mezzi termini, la Sasso ha affermato che “In questo paese ci sono diseguaglianze spaventose e chi ha governato negli ultimi anni, non si è posto nessun problema, né di equità, né di libertà, né di giustizia sociale, e questo – ha aggiunto -, non ha fatto altro che acuire e aumentare le diseguaglianze e l’ingiustizia sociale.” E ancora, parla di una classe imprenditoriale che “da tempo non investe su innovazione di processi e di prodotto, ma si è attestata su produzioni deboli, non competitive. “Questo – ha sottolineato l’Assessore della Regione Puglia – ha fatto sì che il Paese diventasse subalterno rispetto alla visione internazionale del mercato del lavoro”.

Ci racconta la sua storia Francesco Mataresse, uno dei tantissimi precari assunti a tempo determinato nella Pubblica Amministrazione. Egli lavora in Regione Puglia e come altri 220 precari assunti a tempo determinato, ministeriali, co.co.co, etc., vive il pathos del “fine contratto”. “Una condizione psicologica – dice -, che non ti fa star sereno.” “Nel mio ufficio – continua Francesco -, ci sono 7 lavoratori, tutti precari. Tra marzo e dicembre 2012 i loro contratti scadranno. Per stessa ammissione del dirigente di servizio, l’ufficio chiuderà e questo accadrà anche per l’ufficio rifiuti, VAS (Valutazione Ambientale Strategica e VIA (Valutazione Impatto Ambientale).

Gianfranco Michetti, Segretario Generale FIOM-CISL, intervenendo, ha elogiato Sel per aver organizzato un incontro sul tema del lavoro e della formazione. Ha toccato i temi forti del sindacalismo di fabbrica evidenziando la debolezza delle imprese che non investono in formazione. “In realtà – ha detto Micchetti -, la formazione è lo strumento strategico migliore di politica attiva del lavoro, per sopravvivere agli effetti di questa crisi. Da sempre l’occupazione, la crescita e la competitività sono le criticità sulle quali il sindacalismo è impegnato, soprattutto dopo la globalizzazione che ha obbligato l’occidente a confrontarsi con i paesi emergenti, come Argentina, Russia, Cina e India.” Micchetti ha parlato inoltre della condizione in cui versa l’Area Industriale di Bari-Modugno, dell’impegno e del supporto dato dal sindacato alle istituzioni regionali per ricomporre la vicenda Fiat OM, portando la vertenza sul tavolo delle trattative nazionali (Ministero dello Sviluppo Economico). “Una vertenza – ha annunciato il sindacalista -, che dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno attraverso una cordata di imprenditori che si sono impegnati per la riconversione dei processi industriali, mettendo al primo posto la ricollocabilità dei 320 lavoratori”. Insomma l’innovazione sembra la carta vincente per superare la crisi e, a quanto pare, lo stabilimento Fiat OM lo farà attraverso la produzione di un motore ibrido coaudiuvato da un motore termico. Il lavoro che non c’è, la precarietà che si diffonde sempre più in tutti gli strati sociali e i segmenti produttivi della vita economica del Paese, colpisce pesantemente anche il mondo della ricerca e della cultura.

A delineare poi un quadro approfondito della precarietà nel mondo degli Atenei italiani è intervenuta la dott.ssa Tiziana Drago, ricercatrice presso l’Università degli Studi di Bari e componente del coordinamento nazionale Rete29Aprile, insieme di ricercatrici e ricercatori mobilitati contro la legge Gelmini in favore di una Università pubblica, libera e aperta. La dott.ssa Drago parla delle criticità della riforma Gelmini, a partire dalla riforma della governance che ha cancellato le facoltà e deciso gli accorpamenti in macro-dipartimenti. Questo, di fatto, garantisce la concentrazione del potere nelle mani di pochi ordinari. Insomma, una legge spacciata per “antibaronale”, ma che in realtà attua esattamente il contrario. Il tema della marginalizzazione e del precariato nella ricerca – aggiunge la Drago -, è passata attraverso l’introduzione della nuova figura del ricercatore a tempo determinato (massimo di 6 anni), decretando “l’ecatombe di un intera generazione”. continua poi, evidenziando il fenomeno dell’aziendalizzazione degli Atenei con l’ingresso di esterni nei Consigli di Amministrazione delle Università, che tende a potenziare quelle strutture che forniscono servizi alle imprese (Politecnici, aree tecnologiche e mediche), penalizzando così la ricerca teorico-scientifico e umanistica. Lucia Blasi, Consigliere comunale Sel, aprendo i lavori, moderati da Saverio Fragassi, dopo aver letto gli auguri del Sindaco Gatti, impossibilitato a partecipare per impegni istituzionali, ha parlato di una “nuova sfida da affrontare politicamente su tutti i campi di interesse della comunità in maniera progettuale e propositiva, senza paure e timori, dove gli unici soggetti cui dar conto sono i nostri concittadini e senza che l’iniziativa politica rimanga schiacciata sulle vicende strettamente amministrative.”

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