L’odissea di tre modugnesi a Roma

tabellone orari treniL’altro ieri insieme ai miei amici, i fratelli Corriero, modugnesi DOC, si decide di andare a fare tre giorni in un agriturismo nel viterbese, in località Blera, proprietaria una mia carissima amica.

La chiamo per riservare delle camere. Non ricordando il nome dell’agriturismo glielo chiedo, si chiama “L’introvabile”. Avrei dovuto cominciare a insospettirmi, ma non ci ho fatto caso. Mi ricontatta annunciandomi che non ha posti liberi per i giorni che a me servono, e mi piazza tre giorni in settimana. Oramai eravamo gasati per la partenza e si accetta lo stesso. Quindi, ai miei amici ed a me, si pone l’arcano interrogativo, treno? nave? aereo? nave No! ( meno male che non c’è il mare nel viterbese!). Aereo? No!(non ci sono voli diretti, ringrazio il cielo che non ci sono voli diretti!). Ci resta il treno, ok! vada per il treno. Si va in stazione, a comprare i biglietti. Il treno con cui si voleva partire non ha posti disponibili, che si fa? Treno successivo! 

Avrei dovuto cominciare a preoccuparmi! Suggerisco al gruppo, di fare i biglietti. Pinuccio pensa che non ne vale la pena, non vuole stare a programmare il ritorno, “metti che per caso decidiamo di stare più giorni?” Non mi rimane che accettare. Nel frattempo siamo diventati quattro persone, se ne è aggiunta un’altra, si parte il giorno dopo alle 10.50. Conoscendo il cronico ritardo dei Corriero, anticipo la partenza di un’ora. Di solito sono una persona abbastanza puntuale e previdente. La sera prima della partenza mi ritiro tardi, non mi va di preparare la valigia. Metto la sveglia alle sei(cioè credo di averla messa alle sei!) In realtà squilla alle nove. Oh! Dio! le noveeee! Di corsa a fare tutto, i ragazzi giù ad aspettare, faccio tutto in pochi minuti. Si arriva alla stazione di Bari. Ragazzi si parte. Fine primo capitolo.

Avevo suggerito a Pinuccio di comprare un po’ di frutta, con il caldo che fa. In treno ci viene fame, in un secondo abbiamo divorato due chili di banane! Ci viene sete, andiamo al bar, cosa vedono i miei occhi, e anche quelli del gruppo? dei bei panini! Che cosa facciamo? Si mangia! Ok, li compro. Non pensavo che fossero valutati in borsa, quattro tramezzini €.26,00. Arriviamo a Roma, dove per fortuna ci attende il mio supermega amico Luigi, che ci porta all’agriturismo “l’Introvabile” che non è come pensavo a pochi chilometri, fra Roma e Viterbo, bensì a quasi cento chilometri! Cento chilometri!. Santo Luigi, non finirò mai di ringraziarlo anche perché nel gruppo c’è un disabile. Due ore per uscire da Roma; sul raccordo si erano dati appuntamento tutti quelli che andavano verso Viterbo e dintorni. Il raccordo è raccordo!

Si arriva all’agriturismo, bello! anzi bellissimo! immerso nel parco del Marturanum, a ridosso di un dirupo (dove recentemente è stata scoperta una città sotterranea, dell’epoca preistorica, si pensa sia l’insediamento umano più antico d’Italia). Una meraviglia, orto, cavalli, mucche. Ci ricevono a braccia aperte, ci sembra di stare a casa. Una delle caratteristiche di quest’agriturismo è che si mangia tutti insieme, come una famiglia, si può aiutare o addirittura cucinare. C’è la piscina, si possono fare passeggiate a cavallo, con il calesse. I cani della mia amica Angie ti fanno le feste.

I ragazzi decidono di passare una intera giornata a Roma. Non vado con loro, conosco già Roma. Il giorno dopo, Mary ed io li portiamo alla più vicina stazione ferroviaria, cioè a Vetralla che dista venti minuti. Li carico sul treno, suggerendo a Pinuccio di informarsi sui treni per il ritorno, di comprare i biglietti e di farci sapere a che ora ritornano. Mi raccomando vivamente. I ragazzi, quando arrivano a Roma, mi chiamano. Ok! Perfetto! Durante la giornata, ogni tanto li sento, per sapere come va? Tutto ok! Roma bellissima! incredibile! stupenda! Verso l’imbrunire, chiamo per sapere a che ora saranno di ritorno. Pinuccio, sempre lui, mi comunica che stanno andando verso il Colosseo, Mary, sente e suggerisce di non andarci perche troveranno chiuso, è lontano da dove sono. Inoltre, per raggiungere la stazione del treno, secondo lei, con i mezzi pubblici non ce la faranno mai, rischiano di perdere il treno!

Allora dico a Pinuccio, sempre lui! di prendere un taxi, di concordare una corsa, con passaggio dal Colosseo, e con destinazione stazione. Lo fanno, e all’ora stabilita salgono sul treno! Mi manda un sms con l’orario di arrivo a Vetralla (stazione più vicina a Blera). Si va in stazione, sono le diciotto. I ragazzi sarebbero arrivati dopo trenta minuti. Arriva un treno da Roma, in perfetto orario. Ma i ragazzi non ci sono, allora chiamo Pinuccio, sempre lui! che mi dice di aver sbagliato treno e di trovarsi in un paesino a circa quaranta chilometri, “qua mi dicono che per Vetralla non ci sono più treni, sino a domani. Dubis che faccio?” OHHHHH! Mio Dioooooo! Cosa dici Pinuccioooooo! Scusami, ma in stazione ci sono altre persone, qualche impiegato della ferrovia, guardaaa! Vediii! Mary gli domanda “ma dove siete scesi”, lui sempre lui! Pinuccio! risponde che il treno si era fermato annunciando ultima stazione scendere tutti.

Dopo un po’ mi passa al telefono una signora alla quale spiego la situazione, mi assicura che metterà i ragazzi sul prossimo treno, che partirà alle “VENTIDUEeTRENTA” per arrivare a Vetralla dopo le ventitrè! La ringrazio per la gentilezza. Quindi, siamo dalle diciotto in stazione e ci dobbiamo rimanere, non conviene andarsene! Avvisiamo del ritardo i miei amici dell’agriturismo, che erano pronti per cenare insieme a noi, ci dicono che aspetteranno! Il famoso treno, con i ragazzi, arriva! I ragazzi sono stanchi, soprattutto Pinuccio, sempre lui! Decido di ammazzarlo il giorno dopo. Saliamo in auto, Mary non vede un ferro che sporge dall’asfalto e lo prende in pieno incastrandolo sotto l’auto, prarrapraprarrr, scendiamo per valutare il danno, lei abilmente riesce a disincastrarsi e si riparte! A questo punto, cari lettori, penso vi stiate facendo qualche domanda! Io avrei dovuto farmele, ma no! Scongiuri? ma nemmeno per sogno! Si arriva, si va a tavola. Pinuccio, sempre lui! morto di fame divora tutto in pochi minuti e dopo si sente male! Corri di qua, corri di là, soluzione??? La più ovvia: dito in gola!

Avrei dovuto sospettare! ma niente, avevo il cervello spento! Si va verso le baite e lui, sempre lui! suggerisce di rimanere sino a domenica, lo fulmino con lo sguardo! Ok! va bene! era solo un suggerimento! Ma se non te la senti! se non vuoi! lui sempre lui! La mattina dopo, mi alzo presto, dopo una notte insonne, mi metto sotto la doccia, apro l’acqua e vengo investita da una valanga di ghiaccio, non era acqua fredda, era ghiaccio, lo giuro! Insaponata come stavo non mi rimane altro da fare che congelare! Si fa colazione, tutti insieme, si dicono due chiacchiere, arriva l’ora di partire, baci, abbracci, etc! La mia amica Mary, che per amor mio si farebbe ammazzare, ed io per lei, ci sta portando alla stazione, non a quella di Vetralla ma a quella di Cesano, dove ci sono treni ogni dieci minuti per Roma.

A metà strada (ho persino vergogna a continuare il racconto) improvvisamente sentiamo odore di gomma bruciata; la mia amica (per fortuna, oh mio dio! che espressione!) entra in una stazione di servizio che era lì vicino, il benzinaio controlla l’auto. !?!?! Testata del motore bruciata! Bruciataaaaaaa! Che si fa??? Lei chiama il marito, dopo venti minuti arriva, ci carica nella sua auto e ci accompagna a Cesano. Saluto la mia bellissima e dolcissima amica Mary, siamo commosse, a nessuna di noi due piacciono le partenze, promettiamo di vederci entro fine mese. Fine secondo capitolo.

Stazione di Cesano, entriamo nella stazione, sono quasi le quattordici. Nessuno in giro, niente biglietteria, il bar chiuso per ferie sino al 18 agosto! Faccio sedere la
truppa, esco dalla stazione e mi avvio verso un bar nelle vicinanze, entro, chiedo se vendono biglietti e se per caso sanno a che ora parte il prossimo treno per Roma, il barista mi guarda male, mi da i quattro biglietti e mi chiede se so leggere e di ritornare in stazione che ci sono i tabelloni! Devo essere sotto schok, nessuna reazione! Chiedo scusa, esco e ritorno sui miei passi. In stazione cerco il tabellone, che è dall’altra parte, bè c’è scritto che alle quattordici e trentuno passa il prossimo treno per Roma. Infatti, così accade.

Saliamo sul treno, per fortuna (per fortuna, magica parola!) il treno è dotato di aria condizionata e ci rilassiamo un attimo. Un attimo solo però! Mi tolgo gli occhiali per una pulitina e tac! si spezza l’asse, rotti! rotti! Comincio a capire. Ho un gesto di vera rabbia, ma poi ci sono i ragazzi e non voglio preoccuparli. Pinuccio, sempre lui! mi domanda, se si sono rotti, non oso rispondere. Commento “questi miei occhiali passano più tempo dall’ottico a Modugno che con me”. Sapendo di dover scendere a Roma Ostiense, come suggerito da Mary, chiedo a una signora qual è la fermata in questione, mi comunica che è l’ultima fermata per Roma e che si arriva all’ultimo binario che c’è a Roma, cioè il numero 30! Bè, sono solo all’inizio dell’odissea, non mi lamento ma dentro di me comincio a sentire degli strani rumori che non sono dovuti alla colazione! fine terzo capitolo.

Stazione di Roma, si scende dal treno, trentesimo binario, mille persone. Per arrivare dal treno al piazzale abbiamo impiegato venti minuti. Vedo un bar e l’ascensore! Penso con una ingenuità degna di un neonato: “almeno Pinuccio ed io non faremo le scale”, povera illusa! Mi avvicino al barista chiedendo dov’è la biglietteria, mi indica la strada, scenda giù, due rampe di scale, a destra e poi a sinistra c’è il tabaccaio. Ok! grazie!  L’ascensore, non funziona, ci facciamo le scale, entro dal tabaccaio. Quattro biglietti per Bari! Risposta: “Qua non si vendono biglietti per Bari”. E dove? sentendo dentro di me un crescendo di strani rumori che non sono dovuti alla colazione lo guardo mentre mi spiega che devo risalire le rampe di scale e di girare a destra e non a sinistra.

Risaliamo le rampe con un disabile e una cicciona al seguito (la cicciona sono io e che nessuno dei lettori si azzardi ad abbozzare un sorrisino, vi controllo!). Si gira a destra e per qualche secondo rimango senza fiato, davanti a noi si presenta un lunghissimo corridoio di almeno quattro volte via Roma più C.so Vittorio Emanuele a Modugno,  i rumori aumentano dentro di me. Gambe in spalla, vedo un ufficio ferroviario, mi avvicino e chiedo dove si possono fare i biglietti per Bari. Mi viene spiegato come arrivarci, di nuovo rampe di scale destra e sinistra. Perfetto, dopo dieci minuti ci arriviamo. Troviamo due sportelli dove, vista la coda di persone, presumo vendano biglietti ferroviari; sono alla stazione Termini, a Roma “Caput mundi”.

Dopo qualche minuto di coda dico a Pinuccio, sempre lui! di fare la fila allo sportello informazioni che è affianco, per guadagnare tempo, è indeciso, mi domanda persino cosa deve chiedere! urlo in silenzio, ma verde come una posseduta, “quattro biglietti per Bariiiiiiiiiiii!, mi guarda con quegli occhioni azzurri, come se fosse appena nato, “ah! già è vero!” Il signore allo sportello, sente la destinazione e ci informa che è un’agenzia viaggi, che guarda caso non ti rilascia biglietti ferroviari e ci indica come arrivare alla biglietteria giusta! Di nuovo, un’altra camminata di almeno quindici minuti, gira a destra, gira a sinistra, in fondo al corridoio, di fronte ufficio postale, gira a sinistra, gira a destra, scendere due rampe di scale, salire sul tappeto mobile, che non si muove più di tanto, gira a destra, toh! toh! toh! eccola la biglietteria, finalmente, ma a colpo d’occhio saranno almeno seicento persone, siamo alla stazione Termini, non so se mi spiego.

Pinuccio, sempre lui! “non ti preoccupare, ora ci vado io, a me mi fanno passare avanti!” E’ vero lo fanno passare avanti a tutti, sono le sedici e trenta, quindi si prenderà il treno successivo. Mentre si avvia a scavalcare le transenne, un signore in fila non si sa da quanto tempo, guarda male Pinuccio , e no questo no! Di rimando lo guardo male, oramai sono trasformata in un mostro, la bestia che era in me, quella dei rumori strani, esce fuori e apostrofa il tale, che si fa da parte in due secondi e fa passare Pinuccio, sempre lui! che si volta e mi chiede quanti biglietti. Lancio un urlo disumano che fa rimbombare la stazione Termini.

“QUATTRO BIGLIETTI PER BARIIII!” mi metto a urlare come na pazza mentre gli altri componenti il gruppo uno guarda per aria, l’altra si gira cercando qualcosa e io continuo ad urlare, colpa di Pinuccio, sempre lui! Se avessimo fatto andata e ritorno, se! se! se! Arriva Pinuccio, sempre lui! che mi dice “io non ho voluto fare andata e ritorno, ancora si presentava qualche imprevisto!”.”Cosaaaaaaaaaaaaaaaa come hai detto? Ripeti? Perchè questoooooooooooooo come lo chiamiiiiiiiiiiiiii tuuuuuuuuuuuuuuuu???” oramai ero completamente trasformata, mi metto a urlare, nessuno osa avvicinarsi!

Ricevo, per fortuna, una chiamata dal mio amico Luigi, preoccupatissimo. Ha saputo da Mary tutto quello che ci stava capitando . Io con le lacrime agli occhi, “Luigi, sei tu??” Mi calmo un attimo, solo un attimo, perché Pinuccio, sempre lui! mi comunica che partiamo alle diciotto e trenta, negli altri treni non ce posto! Ok! Ok!. Ora prendiamo qualcosa al bar e poi andiamo a cercare un tabellone e i binari. Avete letto bene, non si vedono dalla biglietteria né i binari, né i tabelloni! Li troviamo, dopo un quarto d’ora. Fine quarto capitolo

Trovo una fila di sedie, naturalmente tutte occupate. Colpo d’occhio! Vedo un energumeno di almeno due metri, palestrato, straniero, mi avvicino e in perfetto inglese gli chiedo di cedere il posto al componente del gruppo diversamente abile! e sottolineo “diversamente”. L’altra componente donna del gruppo, mi suggerisce di comprare qualcosa da mangiare sul treno, visto il costo astronomico dei tramezzini di Trenitalia. Concordo e lei si offre di andare al Mc Donald, che è li a pochi passi. Ci va e torna dopo venti minuti circa, distribuendo a noi ciò che ha comprato: hamburger e patatine, ma… (e dico ma, non saprei cosa dire se no) si accorge che mancano quattro hamburger all’appello! Lei ne ha pagati dodici e se ne trova solo otto! Mi guarda spaventata e mi chiede di accompagnarla da Mc Donald a reclamare! La guardo con odio! Mi rifiuto, se vado io, come minimo distruggo il bancone, meglio di no!

Si offre Pinuccio, sempre lui! Infatti dopo qualche minuto ritornano con gli hamburger mancanti! Nel mentre siamo riusciti a sederci tutti, con un posto riservato per Pinuccio, con tanto di borsa, chiunque mi chiedeva – posso signora? – lo fulminavo con lo sguardo e si allontanava in fretta! Tutti abbiamo bisogno di andare alla toilette. Allora mando Vito, l’altro componente del gruppo, a chiedere al bar li vicino dove fossero le toilettes. Quando ritorna e ci dice dove sono non se ne parla nemmeno, si va sul treno,  e non si discute! Pinuccio, sempre lui! “va bene va bene” replica, “giusto per saperlo, solo questo”, lo incenerisco con lo sguardo e noto che vicino a lui ci sono i nostri bagagli, ma anche un tipo sospetto.

Pinuccio, sempre lui! Mi dice “ dai non preoccuparti, ci penso io”. Non mi fido e faccio cambiare posto a Vito. Tre secondi dopo si avvicina il tipo che non fa altro che guardare i bagagli con aria indifferente! Visto, dico! Il tipo si allontana. Alle diciotto esce sul tabellone l’indicazione Bari C.le, ma non c’è il binario, ci prepariamo a correre! Infatti, dopo dieci minuti circa leggiamo il binario, il n.10, correre! correre!. mi guardo dietro, vedo Pinuccio sempre lui! in difficoltà, ma noto anche a qualche metro di distanza dietro di lui una sedia a rotelle che cammina vuota, è stato tutt’uno, vederla e dire al conduttore d
ella sedia di caricarmi Pinuccio, sempre lui! L’assistente mi dice “A signò seghime! che fammo prima!” Musica per le mie orecchie, troviamo la nostra carrozza, la numero otto, è l’ultima,  e ti pareva! Fine quinto capitolo.

Siamo sul treno che ci porterà a casa! a casa! a casa! Faccio accomodare i ragazzi Corriero, la ragazza si siede vicino a me. Il treno parte. Ci guardiamo in faccia, e pensando a tutto quello che ci è accaduto cominciamo a ridere. Pinuccio sempre lui! S’addormenta, Vito s’addormenta, la ragazza si mette a chattare sul mio pc. Anch’io mi addormento. All’improvviso il treno comincia a rallentare, mi sveglio in tempo per sentire il capotreno che annuncia che stiamo per arrivare a Foggia e i passeggeri diretti a Lecce, Monopoli, Putignano sono pregati di scendere, è in partenza sul binario 3 un treno diretto – si avvisano i signori passeggeri diretti a Bari che avremo una sosta di cinquanta minuti, perché si è verificato un incendio sui binari –  Come, un incendio?

Allora non è ancora finita, penso tra me e me! La ragazza, impallidisce e mi chiede dov’è il bagno, sto bevendo dell’acqua da una bottiglietta e senza rendermi conto segnalo la direzione in cui c’è il bagno! Oh! Caspitina! La bottiglietta è aperta e bagno i passeggeri che sono seduti di fronte! Scusi! Scusi! Scusi! La signora, “non fa nulla!” Le chiedo, “non è per caso di zucchero??” Lei, con la più grande ingenuità mi risponde di no! Ed io ”meno male allora non si scioglierà!” Sorride sincera alla mia stupida battuta. Passano i cinquanta minuti e si riparte, arrivati a Trinitapoli, il capotreno annuncia un ulteriore ritardo di ottantacinque minuti. “Trenitalia si scusa per il ritardo!”

Insomma, arriviamo a Bari oltre l’una di notte, stanchi, affamati ed io più nera che mai! Pinuccio, sempre lui! “Speriamo di non arrivare all’ultimo binario, se no ci tocca fare tutto il giro!?!” Infatti è l’ultimo binario e ci tocca fare tutto il giro. Quindi di nuovo, scendi rampa di scale, gira a destra, gira a sinistra, sali rampe di scale ed ecco finalmente l’auto di Pinuccio, sempre lui! che ci riporta a casa! Quando entro a casa mia nel centro storico di Modugno, per poco non piango dalla gioia di essere a casa. Telefono. Casa. Ora capisco ET!
Fine dell’odissea di tre modugnesi a Roma! Andata e ritorno.

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