Risorgimento Mediterraneo

 

La storia si ripete. Gli interessi economici e finanziari del grande capitale guidano un’altra rivoluzione. Le rivoluzioni sono portate a compimento dalle masse ma le idee che portano alla rivolta, le cosiddette idee rivoluzionarie, nascono nei circoli elitari della borghesia, vengono pubblicizzate dagli intellettuali e finanziate dagli speculatori della grande finanza.

I rivoluzionari francesi attaccarono la Bastiglia dopo l’insuccesso della borghesia che non era riuscita ad ottenere ciò che voleva; era finanziata dal capitale la rivoluzione russa d’ottobre guidata da Lenin che arrivò in Russia su di vagone delle ferrovie tedesche con una valigia piena di marchi, in oro; fu finanziata dai capitalisti londinesi la guerra di conquista del Piemonte contro il Regno delle due Sicilie.

Ciò che non è altro che un riuscito colpo di stato, realizzato con l’aiuto dei cannoni finanziati dagli inglesi e perpetrato ai danni di un legittimo governo da una borghesia interessata ad incrementare il proprio potere finanziario, viene chiamato Risorgimento Italiano. L’arrivo dell’esercito garibaldino in Sicilia fu protetto dai cannoni della marina inglese non certo per pura coincidenza. Gli interessi degli albionici nel mediterraneo non derivava, ieri come oggi, solo dal piacevole clima e dalla cucina ricca di sapori del mare nostrum latino.

Già all’inizio degli anni 40 dell’800, gli inglesi e i loro capitalisti, premevano sul governo egiziano per realizzare la costruzione del canale di Suez che avrebbe permesso loro di raggiungere i loro possedimenti indiani senza dover circumnavigare l’africa. Le difficoltà finanziarie del pascià d’Egitto per la realizzazione dell’opera potevano facilmente essere superate dagli speculatori ma era necessario aprire militarmente le rotte marittime alle navi britanniche e questo si realizzò con un piano a lungo termine che prevedeva in primo luogo l’indebolimento della flotta russa e di quella partenopea.

La prima parte del progetto fu realizzato con la guerra di Crimea alla quale partecipò, e non fu una coincidenza, l’indebitato regno sardo piemontese guidato dall’eroe rinascimentale Cavour.  La regina Vittoria dichiara guerra alla Russia nel marzo del 1854 allorquando il diplomatico francese Ferdinand de Lesseps ottiene la concessione di costituire una società di capitali per la costruzione del canale marittimo. Vinta la guerra di Crimea gli inglesi si apprestarono a smantellare la flotta borbonica, allora la più forte nel mediterraneo e seconda, come potenza navale mondiale, solo all’Inghilterra che aveva però le sue navi sparse per gli oceani.

Nel 1857 il governatore generale della compagnia delle indie, dopo aver causato la rivolta delle truppe indiane diffondendo, con l’aiuto degli intellettuali al servizio dei giornali che venivano informati dal neonato telegrafo, la voce che le cartucce dei fucili erano unte con il grasso animale, anatema per indù e musulmani, ne soffoca la riuscita nel giugno del 1858, riorganizza i reggimenti dei sepoy integrandoli nell’esercito britannico e ratifica la fine dell’impero indiano Moghula e la nascita della colonia britannica governata da un vicerè.

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