Come nasce una pizza: acqua, farina e Settebello

Pizzeria Settebello

Pizzeria Settebello

La pizzeria “Sette­bello” in via Mar­tiri della liberazione è uno dei locali storici di Modug­no, punto di riferimento per gli amanti del gusto fin dal 1978.

Un successo che pog­gia le proprie solide basi su una gestione familiare attenta e genuina, sull’attrattiva di un piatto semplice ma vario, e sull’affidabilità di un forno a legna che lavora inces­santemente per soddisfare i settanta coperti, il servizio d’asporto e quello a domicilio.

Aperta ed avviata trentadue anni fa da Domenico Maffei l’attività – pizzeria, ma anche albergo a tre stelle – è diventa­ta con il tempo un affare di famiglia, con un occhio alla tradizione ed uno alla sod­disfazione di gusti e richi­este nuovi e diversi. Come ci illustra Michele Maffei, figlio di Domenico, la carta del locale propone vari an­tipasti caldi e freddi oltre a ben quaranta tipi di pizze, dalla classica margherita ai gusti di stagione, passando per le sperimentazioni come la Michi, in cui speck e po­modorini si adagiano su una base di stracciatella e formaggio francese.

Il cliente deve poter godere della scelta più ampia possibile, nel caso in cui tra una capricciosa ed una pizza alle rape sorga il desiderio di abbinamenti meno consueti e di sapori più forti. I gusti, si sa, pos­sono cambiare con il tem­po; e con essi può cambiare anche l’approccio al cibo, che negli ultimi anni è stato car­atterizzato da una maggiore attenzione alle intolleranze ed alle allergie alimentari.

La pizzeria Settebello non si è fatta cogliere impreparata, e al suo interno i clienti in­tolleranti al lattosio possono gustare una pizza preparata con mozzarelle specifiche, senza dover ripiegare forza­tamente su una rossa. E’ fac­ile immaginare come, vista l’ampia offerta, la pizzeria sia spesso animata da feste di compleanno, cene di classe, ritrovi di squadre sportive e festeggiamenti di lauree. Nel periodo estivo, inoltre, vengono aggiunti quaranta ulteriori coperti all’aperto per accogliere un maggior numero di golosi. Rimane un’ultima curiosità da sodd­isfare: perché il nome “Sette­bello”?

Il mistero è presto svelato: Domenico, il padre di Michele, è da sempre un appassionato giocatore di carte, noto ai suoi compagni di tavolo per la sua fissazione scaramantica verso una certa carta. O settebello, o niente.

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