La disperazione di un padre disoccupato

L’attesa di un futuro migliore per un papà senza lavoro e con una bimba da accudire. La speranza di una ripresa è quasi un obbligo per chi rimane senza un’occupazione stabile.

La crisi del salotto imbottito non ha investito solo l’area della Murgia al confine tra la Puglia e la Basilicata ma i suoi riflessi negativi si sono fatti sentire anche a Modugno nel cosiddetto indotto. Mercati saturi, delocalizzazione, concorrenza cinese, rafforzamento dell’euro sono state tra le cause principali che hanno costretto le aziende operanti in questo settore a ripensare i propri programmi di investimento e, in molti casi, anche a ricorrere a licenziamenti, cassa integrazione e mobilità.

Michele M., modugnese e sposato con un figlio, fa parte di questo esercito di ex lavoratori del mercato del salotto un tempo florido e con prospettive di crescita. Dopo dieci anni come tappezziere e mulettista, ad un certo momento viene collocato in mobilità perché il fatturato e gli ordini della sua azienda si erano ridimensionati. Cominciano le preoccupazioni per Michele e la sua famiglia: lo stipendio che non basta mai, i sacrifici per arrivare a fine mese con un bambino di pochi anni da far crescere, le bollette da pagare. Il mondo sembra crollare addosso anche perché i risparmi si assottigliano come la fiducia nel ricollocarsi in breve tempo.

La famiglia di Michele e della sua sposa hanno arginato come meglio potevano una situazione di emergenza. Hanno svolto loro la funzione di “ammortizzatore sociale” per evitare che la situazione potesse degenerare. Non è stato facile andare avanti inventandosi ogni giorno qualche stratagemma per conciliare il pranzo con la cena. Mentre Michele la mattina bussava a mille porte per trovare una sistemazione che gli consentisse di riacquistare anzitutto

L'area di intervento del piano sociale

Il piano prevede la costruzione di un sistema di servizi sociali e sociosanitai tesi al miglioramento della qualità della vita e delle condizioni di benessere. L’idea dei sistemi d’intervento mira a rimuovere le cause che determinano povertà, rischio di esclusione e marginalità per quei nucli famigliari sovraesposte al rischio di nuove povertà.

Tutta l'insicurezza dei cittadini

Commercianti e cittadini chiedono a gran voce più sicurezza. Eppure le Forze dell’Ordine che operano a Modugno, Carabinieri e Polizia Municipale, ritengono che la città sia abbastanza sicura e controllata. Meno reati ma un senso diffuso d’insicurezza? Il rispetto delle regole comincia dalle piccole cose. L’illegalità dalle piccole infrazioni di ognuno, a partire dall’auto parcheggiata in doppia fila

Una proposta a livello intercomunale del movimento Azione e Tradizione

Uscire dalla crisi? Si può. Si deve. Crisi finanziarie internazionali; ripresa lenta ed Italia a due velocità. Le famiglie ed i commercianti non arrivano alla fatidica quarta settimana. Cosa fare? I tempi della politica sono spesso incapaci di dare risposte adeguate ai bisogni della gente.

Una via d’uscita è però possibile, almeno per lenire i dolori prodotti dalla cinghia che si stringe sempre più attorno al girovita degli italiani. Nel mondo esistono migliaia di esperienze di “monete locali” che aumentano il potere d’acquisto senza innescare tensioni inflazionistiche. Il tutto nasce, almeno in Italia, dalla lucida analisi del compianto Prof. Auriti che per primo, nei suoi Abruzzi, lanciò l’esperimento dei “SIMEC”.

Da qualche tempo in giro per lo stivale – dalla Lombardia a Napoli – circolano gli “SCEC”, gli “sconti che camminano”. A Modugno, il Movimento Politico Cattolico “Azione e Tradizione” ha proposto da tempo una soluzione simile con l’emissione di un Buono Locale di Solidarietà chiamato “Menhir”. Ma su cosa si basa l’idea? Molto semplice. Il Comune dovrebbe distribuire gratuitamente alle famiglie povere un certo quantitativo di buoni da spendere assieme all’Euro per acquistare beni di prima necessità presso i negozi convenzionati. In questo modo le famiglie vedrebbero aumentare il proprio reddito e la piccola distribuzione aumenterebbe le vendite.

Ma dove finirebbero i buoni ricevuti dai commercianti? Continuerebbero a circolare perché a loro volta i commercianti li spenderebbero per effettuare altri acquisti. Quindi, un patto tra Comune, famiglie e piccoli commercianti per uscire dal pantano ed evitare che l’indebitamento verso le banche continui a crescere a ritmi vertiginosi. In più, “Azione e Tradizione” ha proposto di premiare con questi buoni chi si impegnerà ad effettuare la raccolta differenziata. Un incentivo per risolvere anche la questione rifiuti. La proposta è arrivata nel Consiglio Comunale di Modugno. Il 10 dicembre scorso si sarebbe dovuto votare. Mancava però il numero legale. Gianvito Armenise

Borse lavoro e tirocini formativi per trenta disoccupati

Al via gli stage nelle aziende. Borse lavoro e tirocini formativi per trenta modugnesi disoccupati: sì all’unanimità del Consiglio comunale. Il Partito Democratico, durante la seduta della massima assise cittadine in occasione della quale fu discusso e approvato il provvedimento, ha presentato numerosi emendamenti al regolamento che ne modificassero parzialmente la forma ma non la sostanza.

Più della metà dei 18 articoli di cui si compone il regolamento, presentavano infatti, forse per la rapidità con cui era stato redatto, imprecisioni formali che se trascurate avrebbero potuto consentire ai settori preposti agli adempimenti burocratici e pratici di tralasciare alcuni aspetti importanti. Così come è stato approvato, il regolamento prevedeva sussidi pari a massimo 500 euro al mese per una trentina di modugnesi in condizioni economiche svantaggiate.

Borse della durata massima di sei mesi per un totale di 92mila euro che il Comune ha già stanziato e inserito nel Bilancio. Oltre 400 le richieste pervenute agli uffici dell’assessorato comunale ai Servizi Sociali. E’ ormai cominciata l’attività di attenta selezione delle richieste fino alla definizione di una graduatoria definitiva. Una commissione tecnica composta da 4 persone, tre assistenti sociali e il dirigente del settore, ha avuto il compito di valutare le istanze e stilare la graduatoria.

Il Comune, con queste borse lavoro, paga i 30 lavoratori risultati idonei a usufruire dei contributi per svolgere diverse mansioni all’interno delle aziende che hanno dato la disponibilità. Più di dodici quelle che vi hanno aderito da subito. Le ditte non hanno nulla da perdere, anzi usufruiscono di manodopera a costo zero. Ma hanno anche la possibilità nel corso dei sei mesi di valutare le potenzialità e le competenze del lavoratore e eventualmente decidere poi di stabilizzarlo. Un 20-30% dei lavoratori stabilizzati dopo questa iniziativa potrebbe essere già un ottimo risultato.