La vita di Nonna Anna

Anna, aveva sedici anni il giorno che fece il suo primo viaggio. Con sé non aveva valigie né prenotazioni, portava solo la sua innocenza e tanta paura mentre scavalcava la finestra di casa. La scala appoggiata al muro l’aveva messa il suo fidanzato che le aveva fatto intravedere un mondo nuovo da scoprire in due.

In lei si alternavano paura e gioia, ma più forte era il rimpianto di abbandonare sua madre, che ignara, dormiva. Conobbe il nuovo mondo nella costruzione di una famiglia tutta sua, la gioia della maternità, ma l’avventura fuori dal paese fu rimandata e suo malgrado, fu costretta dalle circostanze a cercarla. Aveva trent’anni e sei figli quando con tre amiche si avventurò verso Acerenza, in Basilicata, per comprare grano e legumi di contrabbando, servivano a sfamare la sua famiglia.

La guerra, aveva portato la fame e la vita che prima non era leggera, si fece ancora più pesante. Nonostante suo marito lavorasse tanto, c’era sempre fame perché il cibo era razionato. Quando partiva, l’immagine dei suoi figli le dava coraggio e nascondeva la paura chiacchierando e cantando con le compagne di viaggio quando percorrevano pendii scivolosi e strade buie. Paura e caparbietà in quelle donne, che per la prima volta viaggiavano senza i loro uomini e sedute per terra aspettavano il primo treno.

Lei pensava ai suoi bambini che sarebbero stati ad aspettarla lungo i binari della stazione di Modugno, pensava anche al suo Vito che era orgoglioso di lei e tutto ciò le infondeva coraggio e le metteva le ali. Una volta nel passare il sacco di lenticchie a suo figlio sbagliò la mira e migliaia di piccoli sassolini colorati si sparsero allegramente sui binari. Un pianto disperato e arrabbiato si impadronì di lei, voleva dominarsi ma non ci riusciva e suo figlio vedendola così disperata cominciò a raccogliere, in mezzo alla polvere e ai sassi, quante più lenticchie poteva.

Passarono anni e un ‘altra necessità le si imponeva, un viaggio in aereo. Cinque dei suoi figli (ne aveva dieci) erano emigrati in Canada, la volevano vedere e lei voleva stringerseli al cuore. Li amava tanto, ogni giorno scriveva lettere per farli sentire ancora a casa. Lei gli raccontava la quotidianità e le lacrime che versava per loro. Partì quando ebbe cinquant’anni, aveva paura ma era anche tanto curiosa di vedere l’ America.

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