Centrodestra – Modugno

COMUNICATO STAMPA

 

Ancora un attacco alla democrazia partecipata da parte del Sindaco Magrone e della sua maggioranza. Il nuovo articolo 4 delle NTA, proposto dai tecnici esterni al Comune ed approvato, solo dalla maggioranza, in consiglio comunale giovedì 21 dicembre, non è altro che la condanna al blocco edilizio delle zone di completamento B1, B2 e B3 della Città, decretata nell’aula consiliare di Palazzo Santa Croce.

Blocco edilizio che poteva essere evitato se la maggioranza avesse approvato gli emendamenti proposti dai consiglieri di minoranza. Emendamenti che gli stessi tecnici incaricati dall’amministrazione per la redazione della variante ritenevano necessari.

Nicola Magrone, restato in assoluto silenzio per tutta la durata della discussione in aula, ha preso la parola prima della votazione finale e, con una retorica degna di un grande despota, ha imposto il suo “NO” agli emendamenti presentati dalla opposizione, bloccando quei miglioramenti che avrebbero evitato i futuri danni a carico dei proprietari di lotti edificabili e beni immobili di Modugno.

Ancora una volta la partecipazione costruttiva e proficua della minoranza è stata rifiutata.

Così come è stata rifiutata la proposta di rinviare ad un successivo Consiglio Comunale l’approvazione della variante per poter approfondire e valutare gli emendamenti proposti, ritenuti di lieve entità dagli stessi tecnici esterni.

Per completezza di esposizione elenchiamo brevemente le contraddizioni e nefandezze contenute nel nuovo articolo 4 delle suddette NTA (norme tecniche di attuazione):

– il lotto minimo d’intervento, pari a 500mq, costituisce un requisito difficilmente raggiungibile perché non esistono spazi così ampi nelle zone B della Città; lo stesso Ing. Selicato (uno dei tecnici incaricati) ha ammesso, durante l’esposizione del provvedimento in CC, il mancato censimento delle aree che costituiscono tali spazi;

– l’altezza massima di 10 mt, rende impossibile la realizzazione dell’intera cubatura prevista dall’indice di edificabilità;

– l’impossibilità di demolire i fabbricati esistenti, le vecchie costruzioni prive di valore storico-architettonico, per realizzare strutture antisismiche ed adeguate per l’efficientamento energetico, lede il diritto di proprietà sancito dalla stessa Costituzione difesa ad oltranza dal sindaco Magrone;

– eliminare la possibilità di demolire, per poter costruire nuovi e moderni fabbricati secondo i parametri del piano, impedisce di fatto l’ampliamento di quelle aree a verde permeabile tanto reclamate in campagna elettorale che invece sono obbligatorie nel caso di nuove costruzioni.

Per tutto questo e per tanti altri motivi ancora il centrodestra si unisce al dissenso e alla protesta dei consiglieri di opposizione, non più minoranza elettorale, che reclamano il rispetto dell’intangibilità del diritto di proprietà di ogni cittadino di questa nazione.

E’ compito delle associazioni e delle forze politiche di questa città informare la cittadinanza di ciò che sta accadendo, delle rilevanti conseguenze che questa variante apporterà al PRG vigente dal ’95 e alla modifica dell’impianto normativo giunto a luglio dalla Regione e che questa stessa amministrazione ha deciso di ignorare per dar vita allo “scempio” che colpirà tutta l’economia modugnese.

Bisogna che tutti si facciano carico delle iniziative necessarie per impedire che queste norme vengano approvate in via definitiva da questa amministrazione, presentando osservazioni e organizzando manifestazioni di dissenso e protesta pubblica nel rispetto delle leggi previste dalla Costituzione Italiana.

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Un commento

  1. #ricominciodatre

    Il male voluto !

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