Magrone lo scoglio

Come le onde di un mare in burrasca continuano ad infrangersi, contro lo scoglio Magrone, le buone intenzioni dei consiglieri comunali. L’esasperazione causata dall’inutilità delle spallate date contro quell’inamovibile faraglione ha fatto un’altra vittima: il consigliere “anziano” Raffaele Barile, che tanto bene ha svolto il suo compito presiedendo, per la prima e forse unica volta da presidente, il consiglio comunale.

Un consiglio comunale nel quale le varie “correnti di pensiero” si scontrano, dando origine a tempeste perfette che si scagliano inutilmente contro la rupe costituita dal granitico Magrone. Che non cede, immobile, saldo nella sua posizione di fustigatore del modugnese malcostume edilizio. Impossibile da smuovere, non si rompe, ma tutto contro di lui si rompe, oh quanti si sono rotti.
Si è rotta la sua maggioranza, si è scassata l’opposizione, per creare un argine contro le immani onde sbattenti ha dovuto sacrificare la “record woman” delle preferenze, l’ex presidentessa del consiglio Giovanna Bellino e ora, come un ciclopico baluardo, assiste ciecamente al frangersi del vice presidente Barile.
A Modugno non c’è il mare, non ci sono marinai – anche se a dirla tutta ci sono le loro promesse, ma questa è un’altra storia – e fa tenerezza vedere navigare tanti volenterosi  che cercano di non spiaccicarsi contro quello scoglio.
Nella conferenza stampa indetta dai 10 consiglieri dell’ex maggioranza che, dopo qualche pellegrinaggio fra i corridoi del comando dei vigili urbani, si è tenuta nella sala Romita, l’argomento “urbanistica”, finalmente, è stato declassato a concausa dell’attuale crisi politica. Corre l’obbligo di un plauso a questi consiglieri che hanno impiegato solo tre mesi per capire quello che il sindaco ha capito dopo un anno dalla sua nomina. Sono passati però ben sette anni da quando il problema è stato posto all’attenzione di tutti. Sono presenti ancora oggi, in consiglio comunale, alcuni dei consiglieri dell’epoca, ai quali fu fatta pervenire la documentazione, relativa alla risposta scritta dell’allora assessore Pierino Losole, che metteva in luce le fantasiose interpretazioni delle norme tecniche di attuazione che permettevano quello che, “giustamente”, il sindaco Magrone denuncia da tre mesi.
Se questi consiglieri d’antan, al corrente da ben sette anni delle forzature regolamentari utilizzate nel settore dell’edilizia privata, avessero avuto perlomeno l’accortezza di informare i loro attuali colleghi, sicuramente non si sarebbe perso tutto questo tempo per concordare sull’unica iniziativa portata avanti con successo da Magrone. Ma se fossero stati dei “consiglieri” accorti non avremmo avuto nemmeno lo scoglio.

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