"Modugno città Plurale" indica nella politica le responsabilità della crisi modugnese

Dopo le prese di posizione degli ex consiglieri comunali Maurelli e Mastromarco, delle vicende giudiziarie che hanno colpito Modugno parla l’associazione “Modugno Città Plurale”. In un documento l’associazione “esprime tutta la sua indignazione e il suo sgomento di fronte ai drammatici e pesanti sviluppi dell’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Bari sulla gestione comunale dell’urbanistica e delle attività edilizie, che ha portato all’emissione di 12 provvedimenti di custodia cautelare e di altri 15 avvisi di garanzia a carico di sindaci, consiglieri, dirigenti e tecnici comunali. Le responsabilità individuali di ciascuno dei soggetti coinvolti saranno valutate dalla magistratura nei tempi e nei modi più opportuni. È però opportuno rilevare come da anni la “questione urbanistica” e le distorsioni da questa prodotte nella nostra comunità in ambito ambientale, culturale, sociale ed economico sono al centro dell’attenzione di partiti e società civile e hanno rappresentato il fulcro intorno al quale si sono spesso create e smontate alleanze di governo. L’augurio è che la dimostrazione giudiziaria dell’infiltrazione di illeciti interessi privati nella gestione della cosa pubblica contribuisca nel futuro prossimo a sviluppare anticorpi più efficaci contro questa diffusa patologia del sistema democratico ed a portare serenità e lucidità di giudizio sia nei partiti che nella società civile”. “Città Plurale” punta il dito soprattutto nei confronti delle responsabilità politiche dell’attuale condizione in cui versa Modugno. L’indice è riversato soprattutto sul principale partito di maggioranza del centro-sinistra, ossia il Partito Democratico.

“Va riconosciuto come la politica (e non un singolo partito) non abbia saputo, voluto o potuto evitare il danno amministrativo e di immagine che la nostra città ha subito. Il principale dei partiti di maggioranza, il Partito Democratico, avrebbe dovuto saper evitare candidature potenzialmente “a rischio” non per una persona o per un partito, ma per un’amministrazione e per il futuro di una comunità. Gli strumenti di partecipazione democratica messi in campo (primarie), assolutamente apprezzabili dal punto di vista politico, hanno sofferto di questo pesante e miope errore iniziale, lasciato consapevolmente correre dai livelli provinciali e regionali del partito per probabili fini elettoralistici. Il risultato conseguito, inoltre, ha ottenuto per gli stessi motivi certificazione di validità da parte degli altri partiti della coalizione di centrosinistra, che hanno commesso esattamente gli stessi errori del Partito Democratico. Ai partiti e movimenti di opposizione e alla società civile va riconosciuto il limite di non aver saputo offrire una valida e convincente alternativa politica alle candidature proposte, al di là degli schieramenti”. In conclusione, “Modugno Città Plurale” vuole fare un plauso al lavoro svolto dall’amministrazione Gatti che, a parer loro, ha dato “segnali positivi di cambiamento nell’atteggiamento e nelle iniziative politiche dei partiti di maggioranza, l’utilizzo frequente degli strumenti di trasparenza e di partecipazione, una proficua e fertile gestione di alcuni assessorati e della conduzione complessiva del Consiglio Comunale, che ha visto spesso la condivisione di iniziative da parte di un’opposizione critica ma anche collaborante su temi di interesse generale e utile per il bene comune.
Anche se questa fase è stata di breve durata ed è stata bruscamente interrotta dall’auto scioglimento del Consiglio (quanto mai opportuno e giustificabile dal punto di vista politico) seguito ai provvedimenti giudiziari, rappresenta un valido punto dal quale ripartire”. Il fine ultimo da ricercare, dunque, è sempre il bene comune e l’etica nei partiti che “sono gli unici strumenti che possano evitare il rischio che salti ogni possibilità di adeguata rappresentanza politica degli interessi collettivi”.  

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