Ex cementeria: incontro promosso da 'Italia Giusta secondo la Costituzione'

“La vicenda della ex cementeria di Modugno è come quella della Fibronit di Bari, un luogo pericoloso per il quale da una parte ci sono i cittadini che chiedono tutele e dall’altra amministrazioni, di qualunque colore siano, che latitano”. Lo ha detto il presidente del comitato Fibronit di Bari, Nicola Brescia, comitato che in 13 anni di lotte contro la Fibronit, fabbrica di eternit che si trova in un’area centrale del capoluogo pugliese, è riuscito ad ottenere la messa in sicurezza d’urgenza e un piano di bonifica definitiva (approvato pochi mesi fa). Brescia ha parlato del pericolo della ex cementeria di Modugno in un incontro promosso dal movimento ‘Italia Giusta secondo la Costituzione’ e dalla rivista online ‘Sudcritica’, che da mesi hanno avviato una campagna a causa delle tonnellate di amianto dell’ex stabilimento, per le quali non è noto il piano di bonifica e smaltimento, e contro lavori di demolizione dei fabbricati che sono in corso senza che – secondo Italia Giusta – siano state adottate cautele per la ricaduta delle polveri e la loro diffusione attorno per chilometri.

Brescia ha sottolineato il gravissimo danno alla salute dei cittadini prodotto dall’amianto, a maggior ragione se accumulato in quantità rilevanti e in condizioni di deperibilità. “Dati ormai consolidati – ha sottolineato – ma che non hanno peso rispetto alle esigenze delle proprietà di evitare bonifiche costose e smaltimenti quasi impossibili per grandissime quantità di amianto”. D’altro canto, l’amministrazione comunale di Modugno – ha sottolineato tra l’altro Nicola Magrone, presidente del movimento Italia Giusta – per un verso, nega che l’amianto nell’ex cementeria costituisca un pericolo e, per un altro verso, nel “Documento di rigenerazione urbana” col quale ha ottenuto finanziamenti europei per circa tre milioni di euro dalla Regione Puglia definisce l’area una “polveriera ecologica”.

Un’altra analogia tra la vicenda Fibronit e quella della ex cementeria di Modugno Brescia l’ha rilevata nel desiderio “delle proprietà” di edificare in quelle aree, a maggior ragione se cospicue come è la Fibronit (100.000 metri quadrati) e come l’impianto di cemento-amianto di Modugno (65.000 metri quadrati). “Scavare in quelle aree – ha detto Brescia – diventa pericolosissimo, sempre per la diffusione delle polveri, al punto che a Bari si è finalmente deciso di ‘tombare’ tutto l’amianto e realizzare nell’area un parco”.
E la realizzazione di un parco pubblico è quanto chiede “Italia Giusta secondo la Costituzione” nell’area della ex cementeria per la quale, invece, esiste un progetto per la realizzazione di oltre 2.000 appartamenti di edilizia popolare, nonostante uno studio del Politecnico di Milano, che ipotizza nell’area l’inquinamento della falda acquifera, e una sentenza del Consiglio di Stato, secondo la quale non può essere modificato il piano regolatore che destina l’area a verde pubblico.
Per “Italia Giusta” anche a Modugno l’amianto ha già prodotto vittime: esiste – secondo il Movimento – un “legame epidemiologicamente verificato da esperti” tra l’inquinamento da amianto “e le numerose manifestazioni tra i cittadini modugnesi delle patologie e delle morti ad esso correlabili”.

Italia Giusta ha presentato sulla vicenda anche una denuncia alla procura della Repubblica, confluita in una megaindagine in corso a Bari sull’amministrazione comunale modugnese per appalti in edilizia: vi sono indagati per associazione per delinquere il sindaco Pd, Domenico Gatti, e numerosi consiglieri comunali del suo partito, compreso il presidente del consiglio comunale ed esponenti ex Udc. A quest’ultimo riguardo, Magrone ha ricordato che il 23 maggio Gatti – che è già imputato in un’altra vicenda giudiziaria – ha commemorato Falcone in una scuola: “Noi non siamo giustizialisti – ha detto Magrone – ma pretendiamo, come cittadini, che il sindaco spieghi alla cittadinanza le sue vicissitudini giudiziarie, eviti di porsi come portabandiera della lotta per la legalità ed abbia almeno il pudore di stare lontano da Falcone”.

All’assemblea ha partecipato anche Ivano Siciliani, esperto coltivatore di prodotti biologici. Numerosi gli interventi degli aderenti al movimento (tra gli altri, Pasquale De Santis, che ha coordinato l’incontro, Nicola Catucci, Giovanna Crispo, Giorgio Tarquini) e che hanno toccato vari aspetti della “mala amministrazione” a Modugno: dalla raccolta differenziata ferma a poco più del 10% (“una cifra irrilevant”) alla mancata tutela del paesaggio al nessun rimedio contro l’inquinamento da traffico e polveri sottili, al degrado di interi quartieri (“non solo le periferie ma anche il centro storico, tenuto in uno stato di abbandono e a rischio di crolli”), i servizi sociali (“inesistenti, nonostante uno stanziamento di due milioni di euro di qualche anno fa” e un progetto “finanziato e unico nel Sud Europa di assistenza per i tossicodipendenti”).

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