Modugno – ulteriore risposta a CGIL CISL e UIL

OGGETTO: RISPOSTA  AL DOCUMENTO DELLA CGIL, CISL e UIL. CHIARIMENTI.

 

 

 

 

 

AL SINDACO

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE
      
ALLA GIUNTA COMUNALE

AL COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI

ALLA DELEGAZIONE TRATTANTE
    

A TUTTI I DIPENDENTI

AGLI ORGANI DI STAMPA

 
 Prima di tutto riscontriamo che solo nel nostro Comune, queste GRANDI organizzazioni sindacali sono timorosi e pavidi nei confronti della nostra parte pubblica, al contrario nelle altre città, lottano e sbraitano fino all’inverosimile per salvaguardare i diritti dei lavoratori, per non parlare della CGIL che a livello nazionale si sta opponendo, il più delle volte da sola, contro le ingiustizie, a favore della equità.
 A proposito di chi rappresenta nel nostro Ente la parte pubblica, giusto per ricordare a noi e rammentare a tutti voi, fino a poco prima di iniziare l’impegno dirigenziale era un iscritto della CISL e un valoroso attivista nel direttivo della segreteria aziendale della CISL, finanche eletto nella RSU insieme all’altro componente, Segretario Aziendale CISL e Funzionario Responsabile del Servizio Finanziario, che da oltre 10 anni ha il potere di gestire il Bilancio Comunale, nonché il fondo del salario accessorio dei dipendenti. 
 La CGIL e la UIL preferiscono iniquamente “salire sul carro dei vincitori” con chi ha il “potere di decidere” anche a danno dei lavoratori.
 E ora parliamo dei radicali cambiamenti… (omissis) e del ruolo concertativo con la parte pubblica.: le norme citate dalle organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL nel documento sindacale sono autentiche, invece  i commenti inseriti di sicuro, non corrispondono al vero. Infatti relativamente alle leggi recentissime, soltanto i provvedimenti per l’organizzazione degli uffici e dei servizi prevedono il potere di decisione conferito solo ai dirigenti;  tutt’altro prevedono le nuove normative legislative e contrattuali per i provvedimenti economici, che continuano ad essere attribuite alla contrattazione tra le parti.
 Infatti, si sta discutendo proprio in questi giorni,  (strano che tanto fior fiore di sindacalisti locali, non lo hanno sentito in televisione o letto sui giornali) ed è una notizia rilevante, il nuovo Ministro della Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi,  ha sottoscritto con le organizzazioni sindacali la riforma del lavoro dei dipendenti pubblici e dell’organizzazione degli uffici e dei servizi statali. Il protocollo è stato firmato il 3 maggio da Funzione pubblica, Regioni, enti locali e sindacati sulla riforma del pubblico impiego.
La novità che ha fatto piacere anche alle organizzazioni sindacali confederali è la valorizzazione della contrattazione, sia quella nazionale sia quella locale delle rappresentanze sindacali “E per ribadire il principio si introduce accanto all’informazione anche l’esame congiunto di determinate materie”  e, infine, una revisione del modello di valutazione voluto da Brunetta in tre fasce, infatti il colpo più duro è quello assestato con il «superamento del sistema della ripartizione dei dipendenti nelle fasce di merito», che secondo il disegno dell’ex ministro della Pubblica amministrazione avrebbero dovuto individuare i dipendenti da premiare pienamente, quelli a cui riservare una quota ridotta della retribuzione di risultato e quelli da lasciare a secco. Nella valutazione delle performance, spiega il nuovo documento, andrà riservata maggiore attenzione ai risultati dell’ufficio rispetto a quelli individuali, e andrà salvaguardata anche la specificità di Regioni ed enti locali nella contrattazione.
 Scrivono sui giornali i tre rappresentanti nazionali confederali della CGIL,CISL e UIL:
Il protocollo firmato da Funzione pubblica, Regioni, enti locali e sindacati sulla riforma del pubblico impiego (si veda anche Il Sole 24 Ore) rimette in discussione i tre capisaldi della riforma Brunetta.
«Con questa intesa – rimarca infatti la Cgil per bocca del segretario generale Nicola Nicolosi – si ha un primo segnale di discontinuità che riapre, dopo le macerie prodotte dalla legge Brunetta, un percorso sindacale che riguarda il mondo del lavoro pubblico». Sulla stessa linea, anche se con parole più sfumate rispetto alla Cgil, si colloca la Cisl, con la dichiarazione di Giovanni Faverin (Funzione pubblica) e Francesco Scrima (Scuola): «L’intesa definita – spiegano – rappresenta un passo importante perché stabilisce che la riorganizzazione del pubblico impiego si fa insieme ai lavoratori pubblici, con più contrattazione, più partecipazione e più trasparenza». Soddisfazione anche dalla Uil, che rileva come il protocollo restituisca «un ruolo attivo alle parti sociali, attualmente bloccato dalla normativa vigente».
 Dunque è un disguido o una scorrettezza, la circostanza che i loro rappresentanti sindacali locali, qualche giorno dopo, nella stesura del documento sindacale di risposta al nostro comunicato, invece di incoraggiare i propri iscritti e sopratutto di informare tutti i lavoratori dell’Ente di questa importante riforma in controtendenza al passato e quindi finalmente di poter festeggiare l’Addio alla «Brunetta», si mostrano piuttosto preoccupati, timorosi e pavidi nei confronti della nostra parte pubblica e se la prendono (ancora una volta) con il più debole.
 Le altre sigle sindacali, disapprovano la nostra condotta nelle relazioni sindacali aziendali e ci accusano  . Innanzitutto è noto a tutti che la CISL e la UIL nazionale, contesta la CGIL di questi comportamenti.
 Al contrario, la nostra Organizzazione Sindacale, con il proprio comunicato, ha voluto spiegare chiaramente la nostra proposta, inizialmente unitaria tra tutte le sigle sindacali territoriali e la  RSU, mentre nell’ultima delegazione trattante siamo rimasti da soli a sostenerla e ribadiamo è concreta e fattibile.
 E ancora le altre sigle sindacali, ci accusano di fare solamente demagogia e populismo. E’ l’esatto contrario in quanto la nostra azione sostiene con fermezza la partecipazione e denota una genuina democrazia. Difatti vogliamo ricordare ai nostri colleghi sindacalisti, che il sindacato non si fa nelle stanze dei bottoni a mediare con il potere forte, per sostenere esclusivamente posizioni individuali e/o gratificazioni personali, ma si fa principalmente con le manifestazioni di piazza per difendere gli interessi della collettività.
 Infine le altre sigle sindacali, ci incolpano di aver fatto pregiudiziali che assorbono quasi tutto il tempo negli ultimi tre incontri. Vogliamo semplicemente rinviare al mittente questa accusa,  e rammentare a Loro, l’atteggiamento della UIL. 
 Al contrario la nostra Organizzazione Sindacale nell’ultima riunione ha contestato la parte pubblica, poiché da oltre tre mesi non risponde a nostre precise richieste, che sono indubbiamente argomenti di delegazione trattante e concernente l’ordine del giorno da trattare (destinazione fondi salario accessorio 2011 e 2012) e inoltre la DICCAP ha stigmatizzato l’oblio della parte politica sempre presente alle riunioni di delegazione trattante, ma perennemente assente, perché sprovvisto di un proprio atto di indirizzo, ma richiesto insistentemente dalla nostra organizzazione sindacale dall’inizio dell’anno.
  Concludendo, constatiamo dalla stesura del documento sindacale di risposta al nostro comunicato, che  non  è ancora chiara la vostra soluzione che non produca un eccessivo disagio al dipendente…omissis, quando invece “di fatto” lo si è già prodotto e oltre ad essere eccessivo è anche ingiusto, poiché si vuole incentivare le posizioni organizzative perché mancano i dirigenti, senza riconoscere la maggiore produttività ai dipendenti di categoria medio-bassa, che devono sopperire ai posti vacanti nella dotazione organic
a e/o sostituire i funzionari perché a loro volta sostituiscono i dirigenti che mancano. Nel nostro Comune, ancora oggi a pagare sono solamente i dipendenti appartenenti alle fasce medio-basse, proprio come sta facendo questo Governo penalizzando tutti i cittadini appartenenti alle fasce medio-basse (che dite voi della CGIL?).
 Ed è per questo, che siamo davvero noi a chiedere all’Amministrazione una delegazione trattante in cui siano ripristinate le regole democratiche…..omissis….senza subire forme di pressione psicologiche e che sia foriera di decisioni possibilmente condivise, 
> pertanto, la partecipazione dei dipendenti come uditori potrà rassicurare il rispetto di tali regole;
> e soprattutto dovendosi fare riferimento al buon senso ed ai principi generali di correttezza e buona fede nei rapporti reciproci tra chi conferisce l’incarico ed il destinatario dello stesso, si chiede  all’Amministrazione, di individuare un presidente di delegazione trattante (parte pubblica) terzo, che non sia direttamente coinvolto da aspetti personali (incentivo ICI, posizione organizzativa) e sussistenza di particolari rapporti con una OO. SS., che abbia anche la capacità di trovare il punto di sintesi tra le diverse posizioni e tra le diverse esigenze,  a tutela e rispetto di tutti i lavoratori del Comune di Modugno. 
Modugno,  12 maggio 2012
Il Direttivo Aziendale

La RSU   

Il Segretario Aziendale
Giuseppe Debenedictis

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