Italiani poco virtuosi: solo il 5% si dedica al volontariato

In Italia il volontariato è considerato come un’azione ispirata al desiderio di impegnarsi che trova la sua piena realizzazione nella “scoperta” del senso di una responsabilità civile e si anima di senso civico e di responsabilità nei confronti delle fragilità altrui.

Una sentenza della Corte Costituzionale datata 28/02/1992 definisce il volontario come “la più diretta realizzazione del principio di solidarietà sociale, per il quale la persona è chiamata ad agire non per calcolo utilitaristico o per imposizione di un’autorità, ma per libera e spontanea espressione della profonda socialità che caratterizza la persona stessa” e continua dicendo che “il volontario è un cittadino speciale che aiuta gli altri ad essere cittadini veri”. In Europa oltre il 30% della popolazione si dedica ad attività di volontariato.

In Italia meno del 5%: di questi il 60% nel nord, il 22% nel centro e solo il 18% nel sud e isole. Andando a considerare le fasce di età delle persone coinvolte si osserva che il 22 % circa ha un’età inferiore ai 29 anni, il 42% tra i 30 e i 54 anni, il 23% tra i 55 e i 64, solo il 13% di età superiore ai 65 anni. Il volontariato, seppur talvolta snobbato nel nostro paese, in numerosi settori rappresenta il motore di ricerca e sviluppo. Senza le raccolte di fondi, molti ambiti soprattutto della sanità, sarebbero a corto di risorse.

Art. edito nel formato cartaceo di marzo’11

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