Noi vittime "prescelte" della criminalità

Non è facile parlare di criminalità, soprattutto quando si è vittime. Ma è del resto inevitabile lasciar parlare chi i reati li ha subiti, per comprendere fino in fondo la forte esigenza di sicurezza che tanti cittadini avvertono e denunciano a gran voce.

Topi d’appartamento. Abbiamo ascoltato una modugnese che ai furti in casa “ci ha fatto l’abitudine”. Si chiama Lucia P. e abita in una zona non troppo periferica della città, dalle parti del vecchio ospedale. “I ladri hanno visitato la nostra casa ben tre volte, le prime due a distanza di pochi mesi. Al di là del danno economico derivante dal furto, chi viene derubato in casa propria perde ricordi e oggetti che hanno un profondo valore affettivo.

La prima volta ci hanno rubato tutto l’oro che avevamo, le altre due bigiotteria, cellulari e altre cose di poco valore. Ma la cosa peggiore è la sensazione di tornare a casa e accorgersi che un estraneo ha invaso la tua intimità. E quella terribile sensazione non passa così facilmente. Insieme al senso di insicurezza che resta anche dopo. E ancora oggi, a distanza di tempo, ogni volta che torno a casa guardo che tutto sia come l’ho lasciato prima di uscire.

Prima di entrare controllo da fuori che le luci siano spente, che le porte siano chiuse, che la casa insomma sia sicura”. Un ladro in casa significa ingegnarsi per rendere sempre più sicuro il posto in cui si vive. E la signora Lucia ci ha raccontato proprio di come dopo ogni furto tentava di “blindare” la sua villetta a piano terra. Prima infissi e inferriate, poi porte blindate e infine il sistema d’allarme.

“Quelle sbarre di ferro sulle finestre di casa mi ricordano ogni giorno che non sono al sicuro, o se non altro che potrei non esserlo”. Paura tra la gente. E come quella della signora Lucia ci sono tante altre storie. Cittadini a cui hanno rubato il motorino sotto il naso o l’auto comprata con tanti sacrifici e parcheggiata sotto casa. Altri che la loro quattro ruote l’hanno trovata in fiamme per l’atto di vandalismo di qualche adolescente “annoiato” o per dispetto.

E poi i commercianti, titolari di attività costantemente esposte ai rischi della strada. I bersagli più frequenti, nella nostra città come in tante altre, sono tabacchini, farmacie (nel periodo in cui sembrava una “moda” tanto che alcune amministrazioni locali, compresa quella di Modugno, organizzarono incontri monotematici per trovare una soluzione ai troppo frequenti colpi nelle farmacie) e supermercati. Ma quel che è peggio è che spesso non si tratta di furti ma di rapine.

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