Noi vittime "prescelte" della criminalità

Come quella che ci ha raccontato V.R. nipote della titolare di un tabacchino alla periferia della città. “Negli anni – ha detto – è cresciuta l’esigenza di sempre maggiore sicurezza. Servirebbero più controlli, un servizio di pattugliamento del territorio più frequente e capillare e da parte sua anche l’autorità politica dovrebbe incentivare con iniziative e progetti specifici forme più efficaci di controllo.

Solo dopo una raccolta firme di clienti e residenti del quartiere abbiamo ottenuto un rafforzamento dell’impianto di illuminazione in strade fino a quel momento quasi completamente buie. Ma ci sono ancora spazi abbandonati, senza lampioni né controlli. Non è bello – ha ricordato con un nodo alla gola – svegliarsi nel cuore della notte perché la propria zia, proprietaria dell’attività commerciale, è stata aggredita con colpi di pistola, o perché ti hanno svaligiato il negozio. Abbiamo dovuto mettere a nostre spese le telecamere interne che almeno fungono da deterrente”. Ci ha raccontato di come le cose si siano calmate negli ultimi tempi, di come gli episodi di criminalità ai danni dei commercianti siano relativamente diminuiti. Ma resta il senso di paura.

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