La sconfitta della politica internettiana

tutta slogan e fantasia


Chi ha perso non è il M5S, è Beppe Grillo. Non sono campate in aria le rivendicazioni e le denunce dei pentastellati, sono illusorie le soluzioni e le alternative proposte dal comico genovese. Senza il guru informatico Casaleggio padre, il capopopolo Grillo perde il suo principale ghostwriter, l’autore dei testi dei suoi “show politicomici” che tanto hanno contribuito al successo del movimento diventato partito politico. La capacità di Gianroberto Casaleggio di individuare, nella rete, le parole chiave e le frasi più utilizzate dagli webeti italiani quando attaccano i politici e i partiti che questi rappresentano, unita al suo indubbio fiuto politico, permetteva a Beppe Grillo di appropriarsi della scena politica nazionale comiziando nella sua istrionica capacità attrattiva. Date un testo scritto bene ad un attore, anche se mediocre, e ne farete la sua fortuna. Casaleggio padre, per Grillo, era il ricercatore, il minatore, il cacciatore subacqueo immerso nel mare delle mail, degli sms, dei blog, il “king maker” in grado di indicargli la migliore e più produttiva fraseologia da usare nei suoi comizi. Senza la guida politica dell’ex ricercatore della Olivetti, Beppe Grillo ha sbandato più volte, andando prima a sbattere in Europa con quel dentro/fuori dal gruppo di Nigel Farage – il grande euro scettico della Brexit – al fuori/dentro rifiutato dall’Alde, gruppo altamente europeista di Romano Prodi e Mario Monti; dalla difesa ad oltranza della sindaca (se si può dire così) di Roma, all’allontanamento della vincitrice delle primarie di Genova, per finire alla retromarcia imposta ai gruppi parlamentari del movimento riguardo alla proposta di legge elettorale, appoggiata da lui ma non digerita dai parlamentari, che alla prima occasione l’anno affossata.
Per tutti gli altri, Pdemisolati o aggregati, destraforzisti confederati o dispersi, sottovalutare, alla luce del risultato delle amministrative, le rivendicazioni dei pentastellati sarebbe un grave errore. I risultati positivi ottenuti, spesso inaspettatamente, in queste amministrative, deve indurre alla riflessione sugli errori commessi e spronare a quel “rimboccarsi le maniche” da tempo auspicato da quegli elettori che non si lasciano influenzare dai fantasiosi slogan della politica internettiana.

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