Odortel, la battaglia continua

 

tra la Tersan e l’amministrazione modugnese

– guidata dal sindaco Magrone – prosegue e passa in Consiglio di Stato. Il 09/02/2017, il Tribunale Amministrativo Regionale pugliese sentenziava, con parere favorevole, il ricorso promosso dal Comune di Modugno afferente l’implementazione sul territorio modugnese dei “nasi sentinella” per contrastare il fenomeno delle molestie olfattive.
Il progetto “Odortel”, già realtà in alcune città italiane, desta non pochi dubbi sulla concreta efficienza della tecnica con la quale si andrebbe a “denunziare” il superamento dei limiti odorigeni imposti dalla legge e causa di disagio per i cittadini. Ma prima di discorrere della situazione che vede coinvolti il Comune di Modugno e l’azienda di compostaggio di proprietà di Silvestro Delle Foglie, spiego brevemente cos’è “Odortel”.
Il sistema Odortel nasce da una dettagliata norma tecnica dell’Unione Europea (EN 13725:2004) che, attraverso i nasi sentinella, ovvero persone scelte per segnalare eventuali cattivi odori, dovrebbe vigilare proprio sulla soglia di tollerabilità odorigena prevista dalla legge in materia di qualità dell’aria. Il compito dei nasi sentinella, una volta avvertito il cattivo odore, è quello di chiamare un numero verde e informare l’ARPA Puglia della molestia in corso; dopodiché l’iter prevede il prelevamento di campioni di aria nelle zone segnalate, sui quali vengono effettuate le relative analisi olfattometriche. Se accertato il superamento dei limiti di tollerabilità odorigena, l’azienda tacciata di tali molestie deve sospendere l’attività fino a quando non viene individuata l’anomalia del processo e corretta. E’ proprio quest’ultimo punto a non convincere i legali – Paccione e Malcangio – che assistono il Presidente della Tersan Puglia.
In effetti, come è possibile affermare con certezza che la puzza derivi esclusivamente dalla Tersan e non da altri opifici ubicati sul territorio modugnese e limitrofo?
Ritornando alla contesa giudiziaria che vede coinvolte le due parti sopraccitate, il Presidente Delle Foglie ha proceduto, il 09 maggio 2017, al ricorso in appello al Consiglio di Stato con delle motivazioni ben definite: perché dobbiamo posizionare campionamenti olfattometrici al di fuori del perimetro aziendale? perché farlo a spese dell’azienda? perché in caso di violazione dei limiti odorigeni a subirne le conseguenze sarà la Tersan Puglia e non un altro opificio che potrebbe anch’esso produrre cattivi odori? che fine ha fatto il principio “chi inquina paga”?
Le motivazioni con le quali i legali dissentono dalla sentenza pronunciata dal TAR Puglia seguitano menzionando altri dubbi concernenti non solo il sistema Odortel e la sua potenziale modalità di applicazione nel territorio locale, ma dubbi attinenti anche gli impianti aziendali (torri di lavaggio) ritenuti dal tribunale difformi dalle disposizioni normative.
Alla fine della fiera è palese che gli equilibri – già precari – tra l’azienda Tersan e l’amministrazione modugnese sono destinati a rompersi del tutto. Ora, non so chi ne uscirà vinto e chi vincitore ma so, a mio modesto parere, che questa traversia si sarebbe potuta evitare accogliendo un dialogo che il Sindaco Magrone non ha mai voluto intavolare. D’altro canto ognuno agisce come meglio ritiene; l’importante è assumersi le responsabilità delle azioni condotte e a tal proposito mi auguro che, qualunque sia l’esito di questa vicenda, i responsabili ammettano le proprie colpe, smettendo di occultare la realtà dei fatti a chi le colpe altrui le sconta sulla propria pelle e/o… sulle proprio tasche: i cittadini.

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