Sanità all’ ‘avanguardia’

nella culla dell’ignoranza

Alla luce dell’ignominiosa situazione dell’Ospedale S.Maria della Pietà di Nola (AV), dei giorni 7 e 8 gennaio scorso, inizialmente riportata dalle immagini diffuse dai social network e poi balzate all’attenzione dei media nazionali, nelle quali si vedono numerosi pazienti in attesa di assistenza adagiati sul pavimento del Pronto Soccorso, il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha disposto un’indagine ed inviato i carabinieri del Nas a presidiare la struttura ospedaliera. Le immagini però, oltre al disagio dei pazienti, mettono giustamente in risalto anche l’impegno di TUTTI gli operatori sanitari del nosocomio campano nell’assicurare, nel miglior modo possibile, le necessarie cure agli infermi.
Nel far fronte ad un vero e proprio maremoto sanitario erano impegnate tutte le figure di base facenti parte dell’organico dell’ospedale: medici, infermieri, operatori socio-sanitari; tutte professionalità senza le quali un’Azienda Sanitaria non potrebbe sussistere. A dimostrazione che nei momenti di un’emergenza più o meno grave, qualunque essa sia, quelli che sono in prima fila a gestirla non sono certo i dirigenti amministrativi.
I dirigenti amministrativi hanno il dovere di organizzare le strutture e gli impianti in maniera tale da ‘garantire’ la dignitosa accoglienza dell’utenza; spetta a loro il compito di provvedere all’approvvigionamento del materiale di consumo, della strumentazione adeguata e dedicata ecc. Un compito da assolvere, sempre, nel miglior modo possibile, soprattutto se trattasi di un Pronto Soccorso che serve un’area di oltre 600mila abitanti.
“Medici, Infermieri e Operatori Sanitari sono eroi. E quando arriva il malato hanno il dovere di curarlo e il diritto di poterlo fare bene. Ritengo invece che vedere pazienti sdraiati a terra sia il segno di un fenomeno di natura organizzativa su cui deve essere fatto un chiarimento molto serio” ha detto la Lorenzin, che subito dopo ha disposto l’intervento dei Nas all’interno del nosocomio.
Anche il Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha disposto un’indagine per accertare le effettive responsabilità, mentre il Sindaco di Nola, Geremia Biancardi, ha fatto sapere che il comune si costituirà parte civile contro i vertici apicali dell’ospedale.
Un marasma generale per il quale, all’ospedale di Nola, è facile assegnare la bandiera nera, ma non sono certamente esclusi i tanti altri ospedali che versano nelle stesse condizioni di quasi collasso, condizioni peggiorate in particolar modo per l’influenza, ma di cui le difficoltà estreme nelle quali assicurano l’assistenza medica non sono note solo perché non sono state rivelate da alcun social-network.
Non solo una bocciatura ministeriale quindi, sulla verifica dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), ma una diffusa carenza organizzativa degli ospedali nella gestione di un’epidemia influenzale che quest’anno ha raggiunto il suo picco durante le festività natalizie.
Sta di fatto però che durante il “question time” alla Camera dell’11 gennaio scorso, l’onorevole Paolo Russo, di Forza Italia, nella sua interrogazione posta al Ministro Lorenzin, ha difeso solo una categoria, infatti ha detto, rivolgendosi al ministro: “ Restituisca il diritto alla salute a un’area che conta 600 mila abitanti. Non si scarichi ora la responsabilità sui medici che tentano, pur senza strumenti a disposizione, di difendere la vita delle persone” dimenticando (per brevità oratoria o per ignoranza del lavoro che viene svolto negli ospedali?) di accennare anche a tutte le altre professionalità presenti in quel pronto soccorso.
La gente è stufa. Non importa e non interessa più a nessuno il balletto dirigenzial-politico che ogni volta va in scena  e al quale siamo tenuti ad assistere. La gente vuol sapere quanto si fa per la prevenzione di questi cataclismi che potrebbero essere prevenuti con controlli a monte e soprattutto prima che fenomeni patologici di ovvia e reiterata prevedibilità si manifestino. Fa specie però constatare che ogni qualvolta ed in qualsivoglia occasione si verificano tali episodi, il “personaggio” della situazione, si spenda pubblicamente a difesa solo di alcune categorie e, come in questo specifico caso, solo a difesa della categoria dei medici. Categoria alla quale va tutta la stima e il rispetto dovuto a chi fa il proprio onorato lavoro e ancora di più in casi come questi, ma bisogna ricordare agli “oratori” che tutto ciò viene reso possibile grazie al coordinamento e non al semplice aiuto, si badi bene, di tutte le professionalità del settore ospedaliero, prima fra tutte quella dell’Infermiere. Professionista regolarmente laureato in scienze infermieristiche, con laurea specialistica, masters e corsi di aggiornamento obbligatori per ‘Educazione Continua in Medicina e Nursing’, come il Ministero della Salute dispone. Senza dimenticare l’indispensabile e importante opera degli Operatori Sanitari, senza i quali gli infermieri e gli stessi medici non potrebbero operare al meglio delle loro capacità. Non è più concepibile, inoltre, che gli occupanti delle “nuove poltrone” (visto che non si riesce a liberare quelle vecchie se ne fanno sempre di nuove) usino, nei loro linguaggi scarni e decrepiti, un termine orribile come è quello di ‘paramedici’, termine che farebbe inorridire Dante Alighieri, il padre della lingua Italiana. Gli Infermieri non parano niente a nessuno, sono professionisti che hanno la loro propria autonomia professionale circa le procedure e i protocolli da seguire, come ce l’ha il medico per le diagnosi e le terapie.
Gli Operatori del Settore Sanitario tutto, sono angeli sì, ma le ali le mettono solo quando operano aiutandosi e collaborando tra loro. Il coordinamento per la buona riuscita del risultato lo ottengono collaborando tutti nel rispetto delle proprie professionalità. Professionalità che non seguono scalette di merito preferenziali, poiché le difficoltà sono affrontate in comune, mentre invece, da una parte del mondo politico in primis, questo viene spesso ignorato e si sottolineano solo i meriti di una singola categoria.
Il nostro è un paese con un sistema sanitario invidiabile ma pervaso da una mentalità arcaica.
La causa? È ignoranza o che altro?

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