Ma questa Modugno di chi è?

Una risposta, pregosed(Piazza Sedile, di Daniela Saliani)

perché nessuno lo sa. È certamente una domanda provocatoria, formulata però, senza alcuna voglia di polemica, con nessun altra ragione se non quella di un serio e costruttivo scambio di pareri. Scambio in grado di “dare” sempre qualcosa, di accrescere almeno la conoscenza di un argomento in tutti coloro che ne discutono.

Se si pensa che la crisi della politica modugnese sta essenzialmente nel fatto che nessuno sa più bene chi sta con chi e ancora meno dove questi stanno, si comprende il perché della domanda. In ogni caso non si tratta di sapere cosa vuole realizzare questa amministrazione, dal momento che, vista la trasformazione in lettera morta del programma elettorale del sindaco, non è più una sensazione ma una certezza che in ogni caso gli obiettivi che intende raggiungere non sono quelli promessi in campagna elettorale.

Non è nemmeno la volontà di conoscere quale sia l’ideale politico che il sindaco tenta di inculcare nelle “teste?” degli omniacconsenzienti consiglieri di maggioranza alfine di renderli gerarchicamente intruppati come duttili ribelli. Senza ironia (il fatto è troppo serio e troppo grave perché ci si possa scherzare) essendo note le origini politiche e anche umane del sindaco non sorprende il suo rifiuto, forse naturale all’inizio ma pervicacemente confermato, ad identificarsi con i modugnesi. Con tutti i modugnesi in generale, ribelli o meno e a parlare – almeno con quelli che non c’erano, con i nuovi arrivati, con i giovani – utilizzando un linguaggio privo di preconcetti, di faziosità, di assurdi e incivili manicheismi.

È indiscutibile che la sua elezione è figlia degli scandali imputati alle precedenti amministrazioni, che madri o matrigne di questa amministrazione sono state le candidature di scarso “appeal politico” che gli venivano contrapposte, sorrette da catatoniche coalizioni; stabilito, quindi, da cosa è stata favorita la sua duplice elezione a sindaco, oggi ci ritroviamo a chiedere di chi è Modugno, per poter capire dove va questa città.

Eletto perché comizialmente contrario alla “privatizzazione” della città da parte di qualche fantomatico potere forte locale, oggi invece Nicola Magrone sta praticamente cercando di dar vita alla «Modugno del sindaco». Pertanto la domanda «ma questa Modugno di chi è?» non è bizzarra, né meramente polemica. La guerra verbale, la polemica, infatti, riguarda e deve colpire chi si ritiene «proprietario», o più esattamente coloro che se ne ritengono «i proprietari».

Ma per il fatto stesso che, pur credendosene capaci, questi non possono essere i proprietari ma al massimo gli espropriatori, la polemica consiste nel rilevare che sarebbero gli espropriatori del tipo di proprietà che Proudhon definiva essere un furto; allora siamo punto e a capo, con la nostra domanda e dobbiamo ripeterla: «Ma questa Modugno, di chi è?».

La risposta «Modugno non è di nessuno», inizialmente consolatoria, è desolante: perché se è vero, così come spiegato prima, che nessuno se ne può sentire proprietario, purtroppo è altrettanto vero che nessuno la vuole, la sente propria; perché non c’è neanche un modugnese che si sente suo. Spero non ci sia qualcuno che pensi che quello che scrivo sia frutto di faziosità preconcetta o ciniche e addirittura gioiose espressioni. Queste frasi mi pesano, mi pesano perché le sento vere. Quello che scrivo mi dispiace, perché si tratta della città in cui vivo, della gente che conosco, anche se tanti sono cambiati da sembrare altri rispetto a quelli che ho conosciuto e che sapevo con “chi” stavano e soprattutto “dove” stavano. Queste parole mi costano e mi fanno male perché rispecchiano la realtà.

La crisi, il fallimento della classe politica modugnese, quella alleata e quella avversa all’attuale sindaco, mi preoccupa relativamente assai poco. Non hanno tutta quella importanza che si attribuiscono e pretendono gli venga attribuita. Di quella alleata del sindaco ne parlo poco perché poco  dicono, dell’altra dico che continuano a pensare di risolvere tutti i problemi mandando a casa il sindaco e sperano di riuscirci con qualche modesta interrogazione consigliare o ancor più modesta operazione di “riassemblamento” dell’opposizione durante il consiglio comunale. Credono che la responsabilità dell’attuale situazione modugnese abbia una matrice esclusivamente politica. Ma purtroppo non è così. Affonda le radici nella comunità modugnese, nell’alterato o capovolto rapporto diritti/doveri; nella crisi di fiducia verso questa classe politica che ha perso credibilità, è nel totale disorientamento degli elettori che non sanno più con chi sta e dove sta il suo referente politico. Ecco perché questa Modugno non è di nessuno, nessuno la vuole, nessuno se ne sente proprietario ne tanto meno corresponsabile. Tra gli addetti ai lavori nessuno confessa, spero volutamente, ma forse perché nessuno tra di loro è in grado di comprendere fino in fondo che la tremenda verità è questa: il modugnese è estraneo a Modugno, Modugno è estranea al modugnese.

E non parlo dei disadattati, degli emarginati, dei drogati nel corpo e nello spirito. Parlo del modugnese che vuole rispettare le leggi, anche se ormai gli è difficilissimo conoscerle e ancor più difficile interpretarle, vedi le “culturali” e capotiche modalità della tanto attesa ed auspicata da tutti raccolta differenziata; del modugnese che vorrebbe pagare meno tasse, come gli è stato promesso ; di chi vorrebbe vivere in pace, senza odio e fuori da ogni revanscismo idiota che gli impedisce di partecipare alla rivalutazione dei beni culturali; parlo dei modugnesi ai quali si annuncia la nascita di un nuovo teatro dopo aver permesso la chiusura dell’unico esistente; parlo dei modugnesi ai quali viene prospettata la limitazione degli spazi dedicati ai giochi dei loro bimbi in favore dei cani, ai quali i proprietari potranno evitare di applicare museruola e guinzaglio e con la prospettiva della “libera cacca” negli spazi, ridotti, nei quali i bimbi dovrebbero avere la possibilità di correre e giocare senza la necessità di doversi premunire di disinfettanti per gli escrementi canini; parlo della consulta nata per supportare e sollecitare l’azione amministrativa per la salvaguardia dell’ambiente nel quale i modugnesi vivono e che è in procinto di diventare un quartiere abitato solo dai cittadini di “Magronia”; parlo dei tecnici comunali modugnesi le cui funzioni vengono surrogate da estranee intuizioni; parlo di Basilio, il malmenato modugnese che, pur da solo, protesta non limitandosi alle chiacchiere; parlo dei modugnesi governati da un sindaco che non volevano e che disperati vedono confermati i loro dubbi; evito di parlare dei consiglieri di maggioranza, tutt’uno con il miglior candidato sindaco degli ultimi 20 anni, tutti potenzialmente dotati per essere i migliori consiglieri e il miglior sindaco degli ultimi 100 anni ma tutti deficitari all’atto pratico.

Le cose stanno così, la «estraneità» del modugnese nei confronti della città, e viceversa, non è causata soltanto dalla crisi della classe politica locale, è anche sociale, è anche amministrativa – il modugnese non sente più suo il comune – è anche morale. È un fatto, è un dramma, il popolo modugnese è diventato «estraneo» alla propria città. Il tentativo di rendere questa città la ”Modugno di Magrone”, dove il vero «popolo» sarà solo quello che questa amministrazione ritiene degno di essere rappresentato, deve essere contrastato e definitivamente impedito. Per farlo è necessario che alla domanda «ma di chi è Modugno?» tutti i modugnesi rispondano: «è mia, Modugno è mia”.

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3 commenti

  1. Modugno é stata la prima amministrazione comunale ad avere, attraverso la lungimiranza del sindaco Magrone già nel 2013, allertata tutta la popolazione (non solo modugnese) sulle tremende conseguenze che nei comuni accadono quando avventurieri della politica affaristica violano, stravolgono, piegano ai loro interessi la Costituzione. A proposito fra circa 50 giorni andremo a votare per sconvolgerla definitivamente, come vogliono le banche, gli affaristi e i massoni. Io intanto voterò No come i milioni e milioni di lavoratori. Se l’Italia é messa malissimo la colpa è degli italiani che hanno ignorata la Costituzione e adesso sono chiamati a cambiarla. Magrone stá dicendo una sola cosa: sono i cittadini a dover difendere il loro paese e la loro libertà, lo si può fare solo con la difesa della Costituzione per innescare un giro virtuoso che permetta ai modugnesi di riappropriarsi di Modugno e agl’italiani di riappropriarsi dell’Italia.
    Questo è il vero motivo per cui: “I modugnesi sono estranei a Modugno, Modugno é estranea ai modugnesi”! Una comunità deve osservare e rispettare le regole di civile convivenza? Quelle della propria Carta Costituzionale. Questo devono capire i modugnesi e gl’italiani tutti. Null’altro.

  2. Marco CORRIERO

    L’articolo pone una seria questione quella dell’appartenere e quindi difendere un territorio perché lo si sente proprio. E’ su questo che bisogna confrontarsi. Chi conosce la composizione sociale e geografica, scriverei “etnica” ma solo come semplificazione, sa che il nostro è un comune di non cittadini; infatti, oltre il 70% dei residenti non è nato ne ha radici nel nostro comune. Quindi per molti versi non lo sente suo. la posizione geografica, inoltre, non aiuta spesso è più facile raggiungere alcuni quartieri di Bari che il nostro centro. Se a questo aggiungiamo la ventata di populismo e bigottismo politico che attualmente domina: La costituzione è sacra chi l’ha scritta era un unto del signore e pertanto nopn si discute si ama abbiamo fatto bingo. La distinzione tutta italiana fra ciò che si scrive e ciò che si applica è alla base di questa concezione para religiosa della carta costituzionale. Ma mi domando che c’entra la costituzione con il cassonetto dei rifiuti scusate la pattumella? Dare ad altri dell’avventuriero ci può stare ma non è sufficiente bisogna dimostrare di essere meglio e quindi di essere capaci di governare meglio. Governare, amministrare, vuol dire risolvere i problemi reali dei cittadini non inzupparli di chiacchiere tese solo a dimostrare che gli altri erano degli avventurieri. Se uno prende il “giocattolo” poi lo deve usare ergo amministrare non biascicare solo insulti.

  3. Questo articolo con relativi “comment” mi da pienamente ragione al “comment” fatto su un articolo successivo a questo. Ebbene siamo comunque alle solite…Addiritura si dichiara la totale straneità della cittadinanza alla cosa pubblica e a chi l’amministra, cosa grave, anzi gravissima…facciamoci promotori di una lettera aperta con le priorità che secondo noi devono essere affrontate (organizzare meglio la raccolta differenziata/Pulizia di parchi e strade giornaliera/uffici comunali con orario flessibile e personale preparato/ mense e orario pre e post scolastico nelle scuole per favorire l’accesso al lavoro delle giovani madri/ un vero “polo culturale” accessibile a tutti gratis/ riapertura delle piscine comunali e la creazione di un quartiere dedicato agli sport out door / un punto h24 per l’assitenza di anziani soli e non autosufficinti/ri-programmare la viabilità nella città specie intorno al centro storico che è nel caos da quando è stato piastrellato cso Umberto I) ce ne di cose da sottoporre al governo(l’opposizione dorme e la maggioranza russa) tutto della città…. e io pago!!!!

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