Lampedusa

La strage di Lampedusa, dovrebbe – il condizionale è obbligatorio – farci riflettere. Per l’ennesima volta assistiamo inermi a tragedie ormai quasi quotidiane: altre centotrenta vittime della povertà e dell’indifferenza nostra e del resto del mondo ricco e potente. A cosa servono giorni di lutto, dichiarazioni ai giornali dei nostri “importanti” esponenti politici, dei prelati e anche della gente comune? Queste tragedie non nascono ora, sono il frutto di una politica internazionale forgiata sulla pelle della povera gente dai potenti della terra, da coloro che detengono le redini dell’economia hanno tutto l’interesse a mantenere intere popolazioni nell’ignoranza e nell’indigenza per potere arricchire i loro già straboccanti forzieri di ricchezze macchiate dal sangue di tanti innocenti. Nascere povero non è una scelta personale, nascere in Uganda o nel Burundi non sono scelte personali. Ma il resto del mondo e qui intendo coloro che detengono il potere politico ed economico , ha in mano gli strumenti, le conoscenze, i mezzi per debellare la fame nel mondo. Invece di pensare solo a rimpinguare il forziere, basterebbe esportare metodi e conoscenze, mezzi e persone laddove non ci fossero per dare la possibilità alle popolazioni del cosìddetto “terzo mondo” di avviare una rivoluzione pacifica, un cambiamento epocale. Non possiamo avere le nostre dispense piene, le nostre tavole sempre imbandite, i nostri figli sempre vestiti alla moda, i nostri giovani che si drogano perché hanno problemi esistenziali, che non sanno rinunciare a nulla e pretendono sempre di più, per il troppo benessere. Non possiamo avere cinquecentomila iscritti all’università per più di dieci anni a non far nulla. Non possiamo avere tre cellulari a testa, due e più pc per chattare con il bello di turno. Non possiamo avere due auto pro capite (in Italia ci sono più di 60 milioni di automezzi). Non possiamo essere italiani e non cambiare il mondo. Siamo noi i veri colpevoli delle tante stragi della povertà sia qui che nel resto del mondo, perché la natura ci ha dato un cervello per creare strumenti, mezzi e metodi e lo abbiamo usato tanto, non c’è un invenzione, un metodo economico, finanziario o culturale che non abbia una componente “ made in Italy” per il benessere personale, per migliorare la vita dei nostri cari. Invece non abbiamo fatto “nada de nada” per regalare queste doti, per divulgare gratuitamente ciò che ci è stato dato altrettanto gratis per esportare benessere nel resto del mondo. Forse qualcuno dirà – e i francesi, i tedeschi, gli americani cosa fanno? – a noi che abbiamo la capacità “innata” di essere i più creativi nel mondo, di vivere nella più bella terra, di mangiare il miglior cibo, di avere il miglior clima, facendo un attimo di pausa e volendo riflettere penso che abbiamo il dovere di insegnare a chi nascendo povero non ha l’opportunità oltre che gli strumenti e mezzi per evolversi. Non tenere sempre il forziere che strabocca a casa, pur sapendo che il figlio dell’uomo che vive accanto non ha nemmeno una pietra dove poggiare il capo. Dovremmo dare una parte della nostra agiata vita perché tragedie come questa di Lampedusa non accadano più!

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