Giovanna Bellino: "Autosospensione inutile, il sindaco dia un segnale alla città"

Il consigliere PD Giovanna Bellino

Il consigliere PD Giovanna Bellino

“L’autosospensione dei quattro consiglieri del Pd indagati è inutile. Ma sono stata l’unica a respingerla”. A dire la sua, a poche settimane dalla bufera giudiziaria che ha travolto il Comune di Modugno, è Giovanna Bellino, la più suffragata alle ultime amministrative (con oltre 600 voti), che sabato scorso ha deciso di non partecipare al Consiglio comunale.

“Ho scelto di astenermi – ci ha spiegato – e lo farò da tutte le attività amministrative, comprese le riunioni di maggioranza, perché non condivido il modo in cui il sindaco sta gestendo questa situazione. Finché Mimmo Gatti non deciderà di dare alla città le risposte che merita, io non intendo più rispondere al mio elettorato, e non solo, che continua a chiedermi spiegazioni, accusando una parte del Partito Democratico di non aver preso una posizione netta. Non entro nel merito della questione giudiziaria e non mi interessa – continua Giovanna Bellino – perché sono sicura che alla base di quelle accuse c’è tanta cattiveria, ma mi preme sottolineare l’indifferenza del sindaco nei confronti della città. Ha buttato il paese allo sbando, aumentando la sfiducia della gente nella politica. Doveva dare un segnale forte e le dimissioni sarebbero state una possibilità. Un’azione forte del sindaco, anche decidendo di mandarci tutti a casa, avrebbe tutelato l’immagine della città. In quanto capo della maggioranza, all’indomani della notifica delle indagini, avrebbe dovuto fare altrettanto per tutelare sia i consiglieri indagati, che hanno subito attacchi mediatici senza precedenti, che il resto del partito e della maggioranza. Non facendo assolutamente nulla, invece, – ha rimarcato la consigliera del Pd – ha permesso di buttare tutti nel calderone perché l’immagine che emerge è di un’intera amministrazione marcia”. Giovanna Bellino non fa sconti a nessuno e non si tira indietro nel criticare le segreterie provinciale e regionale del Pd: “Dovevano essere i primi a respingere l’autosospensione. Non prendendo alcuna posizione, non hanno potuto tutelare il partito e le stesse persone indagate”.

 

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