Addio a Gino Latilla, il barese che sbancò Sanremo

Gino Latilla con la moglie Carla Boni

Gino Latilla con la moglie Carla Boni

Ieri, 11 settembre, mentre tutti eravamo intenti a seguire con trepida commozione il mesto memoriale dell’attentato alle Twin Towers, è giunta quasi in sordina la notizia della morte, a Firenze, di Gennaro Latilla, in arte Gino. Chi ha qualche anno in più non potrà dimenticare i suoi esordi sotto la rigida bacchetta del grande maestro Cinico Angelini, il quale dopo il suo successo radiofonico con “Gigolette” nel 1951 ebbe a dire di lui: “è stato il mio errore”, riferendosi ad una precedente bocciatura durante un provino.

Ma chi era Gino Latilla? Nato a Bari il 7 novembre del 1924, figlio d’arte (il padre, Mario, era anch’egli cantante) conobbe i suoi esordi durante la guerra a Bologna, presso il teatro Manzoni per poi, nel dopoguerra, esibirsi in numerose tournée all’estero, specie in Germania e negli USA.

Dopo essere stato in radio, nell’orchestra Angelini, conobbe il suo momento di maggior splendore nelle edizioni sanremesi degli anni ’50. Da “Vecchio scarpone” del ’53 a “Tutte le mamme” con cui vinse la successiva edizione fino a “Il mare nel cassetto”, in coppia con Milva nel 1961.

Si ricordano anche le sue apparizioni al Festival internazionale della canzone di Venezia, nel ’55, dove si piazzò in prima posizione esibendosi con Carla Boni (successivamente sua moglie) e il Quartetto Cetra in “Vecchia Europa”, nonché al Festival della canzone partenopea nello stesso anno con “E stelle ‘e Napule” e nel ’61 con “Tu sì comm’a ‘na palummella”.

Nel corso degli anni ’60 lasciò temporaneamente la canzone per diventare dirigente RAI prima a Roma e poi a Firenze, dove seguì le cronache sportive di Fiorentina, Pistoiese e altre squadre toscane.

Negli anni ’80, in pieno revival tornò a cantare, esibendosi con Nilla Pizzi, Carla Boni e Giorgio Consolini il quartetto “Quelli di Sanremo”.

Personalmente ricordo di averlo ascoltato esibirsi all’inizio degli anni ’70 al Petruzzelli di Bari, invitato dall’On. Antonio Laforgia ad una delle kermesse canore da egli fortemente volute all’epoca della presidenza dell’ACAI. Nonostante siano passati circa otto lustri, è ancora vivo in me il ricordo della sua interpretazione, caratterizzata da una non comune estensione vocale e il suo passare con consumata maestria dal melodico allo swing.

Le esequie si terranno oggi, 12 settembre, presso la chiesa di S.Caterina da Siena, in Firenze.

Rendiamo, quindi, omaggio a questo nostro conterraneo che ha reso onore a Bari, tenendo alto il suo nome  figurando, a pieno titolo, quale uno dei protagonisti del riscatto post bellico dell’Italia.

Arrivederci Gino: che la terra ti sia lieve!

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