Le “stranezze” modugnesi

persone rese note e altre “innominabili”

Con la deliberazione n. 15 del 16/01/2018 la giunta comunale di Modugno (allegata) ha approvato il documento di fattibilità progettuale relativo alla valutazione tecnico economica dei costi relativi alla “demolizione dell’immobile abusivamente realizzato in Modugno (Ba) alla via Pordenone ang. Via Ancona ang. Via Canne della Battaglia” redatto “ai fini dell’inserimento dei lavori nel programma Triennale delle OO.PP., nel rispetto dell’art. 21 comma 3 del D.Lgs 50/2016” onde giungere, finalmente, alla “conclusione definitiva del procedimento edilizio-urbanistico” relativo a tale annosa questione considerato che “Allo stato, dunque, il manufatto abusivo e la sua area di sedime appartengono al patrimonio comunale.” E che “ai sensi dell’art. 31, comma 5, DPR 380/2001, l’opera acquisita è demolita con ordinanza del dirigente o del responsabile del competente ufficio comunale, salvo che con deliberazione consiliare non si dichiari l’esistenza di prevalenti interessi pubblici e sempre che l’opera non contrasti con rilevanti interessi urbanistici e ambientali”.

Quali sono, quindi, le stranezze modugnesi? Come è evidente dalla delibera allegata, l’amministrazione comunale rende note – ritenendole di interesse pubblico – le generalità della società proprietaria dell’immobile da demolire, con tanto di indirizzo della sede di Bari e della rappresentante legale della società stessa mentre, in questi giorni – non si sa bene per quale principio di riservatezza – non ritiene siano di pubblico interesse le generalità della proprietà di un immobile, dichiarato abusivo e oggetto di una ordinanza di demolizione, che ha opposto un ricorso al Tar Puglia contro tale ordinanza. Ricorso in discussione oggi 28 febbraio e per il quale, pur avendo avuto a disposizione due mesi, l’amministrazione ha nominato solo qualche ora fa un legale che la rappresenti in tale discussione. Legale che, giustamente, presenterà una fattura per un compenso che sarà a totale carico della comunità modugnese.

Una ulteriore stranezza è quella relativa alla non pubblicazione della “interrogazione” rivolta al sindaco dai Consiglieri comunali di opposizione Fabrizio Cramarossa e Vito Del Zotti, (allegata) con la quale i due consiglieri, entrambi del Pd locale, chiedono dei chiarimenti proprio in merito alla mancata pubblicazione dell’”elenco dettagliato dei rapporti relativi ad abusi e/o violazioni edilizie accertate” …ecc

Potrebbe infine apparire come una ulteriore stranezza, ma  ci sarà sicuramente una giustificazione, il fatto che nella riunione di giunta di cui sopra, pur non essendo presente, sia stato l’assessore Formicola a svolgere il compito di relazionare il provvedimento.
PS – Sono passati poco più di 30 minuti e comunicano che per il ricorso in discussione questa mattina al TAR Puglia non ci saranno costi aggiuntivi a carico dei contribuenti modugnesi, poiché a rappresentare  il comune, in questo “misterioso” procedimento amministrativo,  è l’avvocato del Comune.

Inceneritore Newo

Conferenza stampa VERDI

INCENERITORE NEWO CLAMOROSO COLPO DI SCENA:
LA VALUTAZIONE D’IMPATTO AMBIENTALE
E’ NULLA!

Con questa conferenza stampa i Verdi intendono denunciare un nuovo e gravissimo fatto che  suggella l’invalidità dell’autorizzazione ambientale concessa per l’inceneritore della società Newo SpA.
E’ ormai superfluo rammentare che l’inceneritore in questione si dovrebbe realizzare nella zona ASI di Bari in un territorio che rappresenta, a tutti gli effetti, “la punta di diamante” dell’inquinamento ambientale barese.

Per ottenere la Valutazione d’Impatto Ambientale, la Ditta proponente (NEWO SpA) ha presentato, come previsto dalla legge, uno “Studio d’Impatto Ambientale”.
La Legge Regionale n° 11/01, che segue le linee guida Nazionali  e che, a loro volta, hanno recepito una direttiva della Comunità Europea, prevede il diritto da parte del Pubblico (ovvero dei Cittadini) alla partecipazione al procedimento decisionale in materia Ambientale (Trattato di Arhus recepito dall’Italia con Legge n° 108 del 2003).
Come avviene la partecipazione dei Cittadini al procedimento decisionale? Attraverso le cosiddette “osservazioni” a quella parte dello Studio d’Impatto Ambientale, presentato dalla Ditta proponente, chiamata “Quadro Ambientale”.
E’ importante rilevare che, trascorsi 60 giorni dalla presentazione dello Studio d’Impatto Ambientale, non realizzando alcuna “osservazione al quadro Ambientale”, i Cittadini accettano inderogabilmente il progetto dell’Impianto, che in questo caso tratterebbe incenerimento di rifiuti, e perdono il diritto alla presentazione delle “osservazioni”!

La Legge prevede ancora che le Amministrazioni vengano avvisate della presentazione di questo Studio attraverso notifica, mentre i Cittadini vengono a conoscenza dell’eventualità di nuovi insediamenti industriali attraverso pubblicazione, a cura delle Ditte proponenti, su un quotidiano locale e su un quotidiano nazionale, come previsto dal Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 Art. 28 (Misure di pubblicità). Ma  nel fascicolo del procedimento autorizzatorio risulta  solo la pubblicazione sul quotidiano La Repubblica del 24/03/2016 nella cronaca di Bari, mentre non esiste traccia dell’avviso pubblico sul quotidiano a tiratura nazionale.

Infatti a pagina 4 (rigo 11) dell’Atto Dirigenziale della Regione Puglia n° 7 del 25.01.2018 il dirigente della Sezione Autorizzazioni Ambientali dott.ssa Antonietta Riccio nella Determinazione relativamente alla partecipazione del Pubblico al procedimento autorizzatorio dell’impianto così scriveva:

– evidenza dell’avvenuta pubblicazione sul quotidiano “La Repubblica” di Bari – Sezione Cronaca” del 24.03.2016, dell’avviso dell’avvenuto deposito di cui ai sensi dell’art. 24 co.2 del D.Lgs. 152/2006 e art. 3 co.5 della L. R. 11/2001;

E’ pertanto indiscutibile il fatto che con tale irregolarità,  non è stato applicato l’art. 3, comma 5 L.R. n. 11/01. Va da sè che, a seguito della mancata diffusione a mezzo stampa della notizia, la popolazione del luogo si è vista sottrarre il diritto alla partecipazione al processo decisionale previsto, tra l’altro, dalla Convenzione di Arhus,  e  quindi non ha, di fatto, potuto presentare le osservazioni al quadro ambientale entro i 60 giorni previsti dalla legge.

In più, la non regolare pubblicazione prevista dalla citata convenzione di Arhus espone l’Italia a rischio di pesante sanzione da parte della Comunità Europea. Va ricordato che un episodio analogo si è verificato nel 2008 per un inceneritore del Gruppo Marcegaglia e dopo nostra denuncia la Regione Puglia con nota Prot. 8300 del 09/06/2008 ritirò l’autorizzazione rilasciata;

Sulla base di questi elementi, è allora evidente che il procedimento di VIA non è stato espletato nel rispetto della normativa Nazionale (Legge n° 108 del 2003) , Regionale (art. 3, comma 5, L.R.  n. 11/01) e Comunitaria (Convenzione di Arhus) e dal  Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 Art. 28 (Misure di pubblicità), ed è quindi nullo!

A questo punto, riteniamo che la Regione, molto serenamente, debba prendere atto di quanto da noi affermato, verificare la veridicità dell’irregolarità nell’espletamento della procedura relativa allo Sudio d’Impatto Ambientale (circostanza che si può rilevare semplicemente consultando il Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n° 17 del 01/02/2018  e con estrema urgenza ritirare la Determinazione n° 7 del 25/01/2018 del Dirigente Sezione Autorizzazioni Ambientali.
Facciamo presente che abbiamo presentato un dettagliato esposto alla Procura della Repubblica di Bari, alla  Regione, alla Commissione VIA della Regione Puglia ed al Comune di Bari. Pertanto, è a queste Istituzioni che chiediamo di farsi carico delle proprie responsabilità e di intervenire con urgenza  per quello che sono le proprie competenze: indagine penale; ritiro della Valutazione d’Impatto Ambientale.
 

Alla luce di quanto sopra, onde evitare che altri insediamenti industriali da sottoporre a V.I.A. passino sotto il silenzio  delle  Amministrazioni che poi, a giochi fatti, tentano di salvare il salvabile con onerosi quanto inutili ricorsi, chiediamo al Presidente della Regione Puglia ed al Sindaco di Bari  che venga urgentemente avviato un Piano di Risanamento Ambientale per tutto il territorio della zona ASI di Bari/Modugno, previsto per legge nelle aree che presentano criticità ambientali e già approvato come atto di indirizzo dal Consiglio Comunale di Modugno il 27 marzo 2014, ma tristemente ed inspiegabilmente rimasto nei cassetti del sindaco di Modugno.

Modugno, 21 febbraio  2018

Giancarlo Ragnini                                               Domenico Lomelo
Verdi di Modugno                                               Responsabile Verdi Provincia Bari
Tel. 333-5952410                                                 tel. 337-604314

Damascelli, "Regione Puglia in ritardo"

A rischio le Zone Economiche Speciali

 

“La Puglia non perda tempo prezioso nella partita per il riconoscimento delle Zes, le Zone economiche speciali. Mancano pochi giorni al termine per la presentazione dei relativi Piani di sviluppo strategico, ma la Regione non ha ancora reso nota la perimetrazione delle due Zes individuate: Adriatica (che include i porti di Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli) e Jonica (attorno al porto di Taranto). Nei piani devono essere indicate con precisione non solo le aree, ma anche i soggetti istituzionali ed economici interessati, oltre agli incentivi fiscali e burocratici concessi per favorire lo sviluppo delle imprese già attive e l’insediamento di nuove attività produttive”. Così Domenico Damascelli, consigliere regionale di Forza Italia.

“Dopo le prime riunioni convocate dal Governo regionale, sull’iter per la definizione delle Zes pugliesi non è dato avere notizie. Invece altre Regioni del Mezzogiorno – sottolinea Damascellii – hanno già preparato i loro piani. Sappiamo che alla Puglia spettano 4.408 ettari, ma non si sa quanti ne saranno distribuiti alle due Zes, né quali sgravi si intendano concedere, e sembra in stallo l’accordo con la Regione Basilicata per la costituzione della Zes interregionale che dovrebbe unire Taranto a Matera”.

“Se non si riuscirà a definire il Piano di sviluppo strategico delle Zes nei tempi previsti – osserva – si rischia di mandare in fumo un’opportunità irripetibile per dare competitività ai nostri porti e per sviluppare territori potenzialmente attrattivi, ma impantanati tra crisi e burocrazia. Come l’area industriale di Bari, porta naturale ai traffici con l’Oriente, dove multinazionali chiudono e licenziano, e diverse aziende sono in affanno“.

“Urge uno sforzo di responsabilità per concludere l’iter preliminare per la definizione delle Zes entro metà febbraio. La Puglia non può permettersi di perdere in partenza una partita che la vede in lizza con competitor molto motivati e risoluti, pronti a sfoderare sgravi e agevolazioni appetibili per gli investitori esteri” conclude il consigliere Fi.

Il grande pasticcio dell’inceneritore di Modugno

comunicato Ecodem puglia

L’Autorizzazione integrata ambientale (AIA) rilasciata il 1/2/2018 (BURP n. 17) dalla Regione Puglia per realizzare l’ “Impianto di recupero di rifiuti tramite ossicombustione flameless” è stata di fatto annullata qualche giorno dopo (tramite la procedura di “autotutela”) perché sarebbe venuto meno il requisito principale che giustificava l’impianto medesimo: i rifiuti urbani derivanti dal trattamento meccanico-biologico (TMB) dell’indifferenziato della città metropolitana di Bari (pericolosi e non) non alimenteranno l’impianto di coincenerimento. Praticamente sembrerebbe che per l’impianto progettato (anche da AMIU)  non sia stato stretto alcun accordo (tra Newo ed AMIU) in merito al materiale da conferire (da parte dell’AMIU). Non ci sembra opportuno fare commenti di alcun tipo su tutta questa vicenda (che già in precedenza abbiamo definito grottesca) perché non ce n’è bisogno. Il disappunto di Ecodem Puglia, al riguardo, è soprattutto di natura politica in quanto non si riesce a comprendere quali siano state le motivazioni per cui il “plenipotenziario di turno” si sia avventurato in questa progettualità molto controversa, inappropriata, inutile e pericolosa. Avranno tanto da ridire le opposizioni in merito a questa vicenda, anche perchè, a nostro parere, andrebbe verificato tutto l’iter del procedimento per accertarne la regolarità. Al riguardo infatti vanno comprese le ragioni per le quali il Comitato VIA non abbia ritenuto opportuno promuovere “motu proprio” uno studio epidemiologico preliminare, accettando, invece, l’indagine effettuata dal soggetto proponente. Un altro aspetto che secondo Ecodem Puglia, non andrebbe trascurato, è quello relativo all’annullamento in “autotutela” dell’AIA per rimettere in discussione l’impianto di ossicombustione della Newo: se tale provvedimento non viene motivato molto bene si corre il rischio, per negligenza e/o malafede, che venga annullato da una sentenza del TAR che inesorabilmente metterebbe la parola fine alle giustissime e motivate  opposizioni alla costruzione dell’inceneritore.  Nell’economia generale di una gestione regionale dei rifiuti ispirata ai principi dell’Economia Circolare, secondo noi, non ci sono i presupposti per realizzare un impianto in grado di trattare più di 50000 t/a di rifiuti indifferenziati provenienti da TMB. Si contraddice, infatti la strategia di fondo adottata per la chiusura del ciclo dei rifiuti (ribadita anche di recente dall’Assess. Caracciolo): riduzione dei RSU, raccolta differenziata e recupero di materia (e di energia). Per gli Ecodem Puglia, che da molto tempo insistono sulla necessità di dotare il sistema regionale di un’impiantistica pubblica in grado di trasformare tutte le frazioni della RD (umido e secche) in risorse riciclabili per l’intero territorio regionale innanzitutto attraverso gli impianti di compostaggio (o combinati) per la FORSU, risulta inaccettabile il suddetto impianto di “incenerimento”. Purtroppo dobbiamo denunciare che il ruolo del PD ha lasciato molto a desiderare in questo senso ed il grave scollamento fra la sfera politica e quella istituzionale (anche nell’ambito dello stesso Partito) sta arrecando seri danni a tutta la regione. Sarebbe ora che si cambiasse radicalmente questo modo di fare politica per ridare fiducia ai cittadini e per attenuare (se non è troppo tardi) le violente folate di antipolitica che quotidianamente imperversano su tutto il Paese.

Damascelli, autorizzazioni newo

teatrino politico imbarazzante

salute e ambiente prima di tutto

“Tra via libera, stop e dietrofront, è caos sull’iter autorizzativo dell’inceneritore di rifiuti che la Newo di Foggia ha progettato di realizzare nella zona industriale di Bari-Modugno. Curioso che il Comune di Bari abbia prima collaborato al progetto, attraverso la sua azienda pubblica Amiu Puglia, per poi alzare le barricate contro l’impianto”. Così Domenico Damascelli, consigliere regionale di Forza Italia.
“Ma – aggiunge – non è finita qui: mentre il sindaco Decaro tuona contro la Regione, che nei giorni scorsi ha rilasciato l’Autorizzazione Integrata Ambientale dando l’ok definitivo all’impianto, il presidente Emiliano dice di non sapere quello che decidono i suoi tecnici, e chiede di rivedere la procedura autorizzativa”.
“L’assessore regionale all’ambiente Caracciolo, che in una riunione convocata a dicembre scorso assicurò che la Regione avrebbe tenuto conto del parere della popolazione locale prima di procedere con le autorizzazioni – sottolinea Damascelli – ora fa dietrofront e tiene a precisare che non si tratterebbe di un inceneritore ma di un impianto di ossido-combustione, ma non vi sono certezze sul suo impatto sull’ambiente e sulla salute dei cittadini. Noi chiediamo garanzie per la pubblica incolumità, tanto più in un’area già molto provata dal punto di vista dell’inquinamento”.
“Se davvero il Governo regionale vuole procedere con cautela per questo impianto – prosegue – perché poi dà il via libera? Se l’inceneritore, come da progetto, non dovesse più trattare i rifiuti urbani indifferenziati provenienti dal vicino impianto di bio-stabilizzazione di Amiu Puglia, che senso avrebbe realizzarlo? Potrebbe accogliere materiale proveniente da altre regioni? Il Piano regionale dei rifiuti della Puglia – osserva ancora Damascelli – è stato ignorato perché non prevede questo tipo di impianti, anzi promuove l’incremento della raccolta differenziata spinta e pone il veto a nuovi inceneritori e discariche. Non è più tempo di balletti quando c’è in gioco la salute dei cittadini”.