L'importanza di finirla

Che il finire sia importante lo diceva, anzi lo cantava Mina

quando, ancora graffiante “Tigre di Cremona”, concludeva con “l’importante è… finire” una allusiva canzone degli anni ’70 dell’ultimo secolo del millennio scorso. Il tempo passa ma il messaggio, pur importante, non sembra essere stato percepito nella sua interezza dalla nostra classe politica. Siamo già in campagna elettorale per le prossime amministrative e si continua a parlare di urbanistica. Un argomento importante, una faccenda intricata di cui, chi più chi meno, molti si dicono depositari della “vera Verità” sull’argomento. Dopo tanto parlare però non si capisce ancora se hanno ragione quelli che cercano di dimostrare come sia tutta una montatura o quelli che dicono che a Modugno una certa classe imprenditoriale si sia illecitamente arricchita con norme illegittime. Si continua a parlare di norme illecite in quanto non approvate dalla regione e si ascoltano altri che dichiarano non necessaria l’approvazione regionale. Non si sa se hanno ragione coloro i quali raccontano come sia stata legittima l’approvazione di quella famosa delibera consigliare del ’99 o se hanno ragione quegli altri che raccontano come tutto si sia svolto per favorire un imprenditore in particolare. Altri ancora, forse meno smemorati, partono proprio da quel famoso anno 1999 e disegnano un altro scenario, raccontando gli avvenimenti dei giorni immediatamente precedenti quello in cui il consiglio comunale dell’epoca approvò quelle famose norme.
Iniziano parlando del precedente consiglio comunale del 12 novembre ‘99 e di come furono eletti i membri della commissione edilizia comunale dell’epoca. (leggi la delibera)
Commissione edilizia che nulla eccepì durante il consiglio comunale che il successivo 1° dicembre deliberò la “Presa d’atto ed approvazione dei testi delle Norme tecniche di Attuazione e del Regolamento Edilizio del Vigente PRGC aggiornati, coordinati e integrati secondo il disposto delle più recenti leggi e norme in materia edilizia e urbanistica e in conformità delle modificazioni introdotte dalla deliberazione di G.R. n. 5105 del 21.11.95 di approvazione del PRGC.” (leggi la delibera)
Dicono, gli emuli di Pico della Mirandola, che all’epoca dei fatti se non si era d’accordo sulle delibere consigliari si poteva ricorrere, “gratuitamente”, al parere del CO.RE.CO. – il comitato regionale di controllo (un organo previsto da una legge del febbraio 1953 in attuazione dell’art. 130 della Costituzione) – al quale erano attribuite funzioni di controllo sugli atti delle province, dei comuni e degli altri enti locali. Altro che l’attuale, costoso, ricorso al TAR.
Rivolgendosi alle persone che pur ricoprendo allora la carica di consigliere nulla hanno eccepito, nessuna protesta o proposta di chiarimenti hanno posto all’attenzione del consiglio comunale o sugli organi di stampa che già da allora, come oggi, venivano utilizzati essenzialmente per “darsi ragione”, i dotati di ferrea memoria chiedono: come mai le norme approvate e non contestate nel ’99 – sia dal consiglio comunale che dalla commissione edilizia dell’epoca e quindi ritenute legittime – si siano trasformate in uno strumento utile allo sfruttamento e alla cementificazione del territorio? Se quelle Norme Tecniche di Attuazione, che la regione non ha approvato, hanno reso possibile lo scempio urbanistico che oggi viene denunciato, perché non sono state contestate già allora? Perché nessuna azione eclatante come quelle alle quali assistiamo da mesi è stata intrapresa allora? Perché nessuno ha proposto appello al CO.RE.CO contro quello strumento urbanistico oggi ritenuto palesemente truffaldino?
Il tempo a disposizione per chiarire la vicenda non è stato utilizzato nella giusta maniera.
Ora che supinamente subiamo (è proprio il caso di dirlo) la decisione di un altro Commissario, che nel breve volgere di alcuni mesi ha già posto le basi per la soluzione del “problema urbanistica” con buona pace di tutti – smemorati e mirandoliani – è giunto il tempo di finirla con questa storia e cominciare a parlare di come incrementare lavoro e salute, di come diminuire tasse e traffico non dimenticando scuola, disoccupati ed indigenti.
Ma sarebbe fare Politica e sembra proprio che sia già da molto tempo che questa è…finita.

 

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