Italia che vai, paese che trovi

Molti pensano all’Italia come il ‘BelPaese’, della natura, della cucina, delle tradizioni, della cultura. Tutte caratteristiche molto simili e molto varie allo stesso tempo per chi viene da fuori, ma se si avvicina come con una lente d’ingrandimento, si accorge della varietà di caratteristiche. E’ inutile negare che l’Italia soffre tutt’oggi del male che l’affligge da secoli e cioè della frantumazione che ha subito in passato a causa della divisione geografica (ricordiamo il periodo degli ‘Staterelli’) e nell’epoca contemporanea per il federalismo fiscale, una sorta di ritorno al passato, di individualismo economico-politico il cui fulcro verte comunque a Roma.
In tutto questo però ognuno fa la sua parte, nonostante i problemi di budget attanagliano ogni Regione, dove più e dove meno. E devi starci in un posto per poter capire, vedere, confrontare, per poter uscire dai luoghi comuni e dalle etichette. Proverbiale la volontà dell’Emilia Romagna che nonostante il terribile terremoto che l’ha colpita, risorge orgogliosamente con una forza d’animo come poche, in fatto di rimboccarsi le maniche fin da subito e riaccendere i motori dell’economia, senza stare tanto ad aspettare la manna dello Stato. La Sicilia è l’ esempio di una terra che nonostante i suoi antichi problemi socio-politici, non disdegna di mettersi alla prova, facendo leva su una natura, un clima, su una cucina squisiti. Innovative le strutture che oltre che fare da ‘bed and food’, fanno da intrattenimento per i turisti, offrendo loro un caffè sulle terrazze di antichi palazzi, il cui personale conversa con loro piacevolmente, mettendoli a un po’ a conoscenza della storia del posto e della gente. Il turista alla fine ne rimane contento, rallegrato e con piacere lascia una piccola mancia (specialmente gli stranieri).  Un nuovo modo di fare impresa che soprattutto i giovani hanno ideato, per uscire dalla crisi e valorizzare il proprio territorio. Alla base di tutto però c’è la cordialità e l’accoglienza, non solo determinata da un sicuro guadagno: se si pensa che se chiedi un’informazione stradale qualcuno è disposto addirittura ad accompagnarti per indicarti la strada, anche se non ti conosce o, un altro ti regala degli agrumi, quando avresti voluto comprarli, come ha fatto il signor Giuseppe Triolo che possiede l’azienda agricola ‘Arance di Poggiodiana Ribera’. Quando torni a casa e rifletti, pensi al fatto che tante piccole iniziative potrebbero essere attuate, se solo la lenta burocrazia lo volesse, ma anche se solo la gente lo volesse. L’osservazione è il cannocchiale che ci permette di mettere a fuoco quelli che sono i nostri pregi e difetti, i nostri punti di forza e quelli da rafforzare. Un fatto è certo però: ciò che fa da biglietto da visita del nostro territorio siamo noi stessi. Il nostro fare gentile, anche se le cose non vanno, conta, anche perché non è sempre colpa del vicino, del cliente, del salumiere, del collega, ma spesso di una predisposizione positiva o meno che si assume nei confronti della vita. Non è sempre tutto bianco o tutto nero, ma ci sono tante sfumature che possono divenire colorate, se solo noi a volte lo volessimo

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