FEDE – PARTITI – SEZIONI

A Modugno il successo elettorale del movimento 5 stelle, che ha raccolto il voto di un terzo degli elettori, comincia a scuotere la classe politica locale. Il Pd modugnese ha aperto la prima fase del congresso cittadino che vede già dimissionaria la sua segretaria Del Zotti; “simpatizzanti” dell’Udc che chiedono chiarimenti e confronti per l’analisi del voto e vengono invitati dagli iscritti allo stesso partito a frequentarne la sede per confrontarsi, discutere e chiarire; dirigenti de la P.p.Vendola che preannunciano nel pre-congresso Pd che non intendono più subire passivamente l’indicazione del futuro candidato sindaco – come avvenuto nelle ultime primarie di partito – “poi diventate elezioni primarie della coalizione” . Del motivo, però, per cui quasi 7000 elettori modugnesi, pur in assenza di una sede da frequentare, di una segreteria a cui obbedire e nessun personaggio “istituzionalmente” blasonato da seguire hanno tracciato un segno sul simbolo del M5S nessuno parla. Semplice voto di protesta? C’è sempre stato; in ogni elezione politica, per protesta contro le grandi aggregazioni, almeno un quarto degli elettori distribuisce il proprio voto su liste e partiti minori. Il fenomeno è diventato allarmante perché questa volta il voto si è concentrato su di un unico simbolo, M5S appunto. Ma da cosa nasce il successo del movimento “reteguidato” da Beppe Grillo? Dal truffaldino porcellum, la legge elettorale che permette alle segreterie nazionali dei partiti di determinare prima ancora delle elezioni il nome degli eletti. Per decenni la classe politica nazionale finanziava le sedi locali dei partiti per ottenerne in cambio l’impegno richiesto durante le varie competizioni elettorali; con il porcellum non c’è competizione e le sedi locali, i circoli, le sezioni dei partiti sono diventate inutili. Con la scomparsa della “sezione” viene meno il luogo in cui la voce popolare, l’opinione della gente, la protesta e il vaffa… possono giungere all’attenzione della classe politica. Non avendo più a disposizione un luogo fisico per confrontarsi, per affinare il proprio pensiero, per convertire la propria protesta in proposta, gli elettori hanno iniziato a riunirsi in un luogo virtuale, la rete. Ma mica tutti, solo chi ha domestichezza con il computer riesce a dialogare, chi non ha il computer o non ha tempo per scambiare opinioni in rete deve accontentarsi di ascoltare il collega più giovane, il nipote impegnato, il figlio inoccupato che in rete trova opinioni preconfezionate, pensieri già affinati, proposte già definite nate da proteste ancora in essere. L’uomo da sempre ha innata in sé la fede in qualcuno/qualcosa di superiore dal quale dipende il proprio destino e si sente più a suo agio con chi, come lui, crede nella stessa entità; con costoro si dà delle regole e dei rituali da osservare; infine si riunisce in un luogo in cui i propri delegati celebrano i riti e onorano l’entità in cui ha fede. Dalla fede negli esseri supremi sono nate le svariate religioni e sono stati costruiti tutti i luoghi di culto. Con la chiusura delle “sezioni” è venuto meno uno dei pilastri della fede politica, se non c’è il luogo dove celebrare i rituali della propria parte politica come possono esistere le parti, i partiti? Se non ci sono più i partiti viene meno anche la funzione dei delegati alle celebrazioni dei rituali, gli eletti. La metà dei giovani modugnesi che hanno votato solo alla camera ha scelto il M5S, in tutto circa 1100 voti; gli altri elettori del M5S hanno più di 25 anni, non è la prima volta che votano, quindi nelle votazioni precedenti hanno votato per altri partiti e movimenti, per protesta; partiti e movimenti che sono scomparsi mentre Grillo è stato bravo a convogliare verso il suo movimento tutti i loro voti. Il calo dei partiti e aggregazioni maggiori è dovuto in massima parte al calo dei votanti e in misura minore alla disaffezione degli elettori che non hanno perso la “fede” nella politica ma hanno cambiato la loro “chiesa”.

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