Un modugnese per l'Unità d'Italia

Durante l’impresa di Giuseppe Garibaldi nel 1860 si costituì in Modugno, come in quasi ogni Comune meridionale, una Giunta Insurrezionale di cui fece parte anche Nicola Longo che partecipa alla cospirazione per l’unità d’Italia. In questo movimentato periodo della storia italiana, per sfuggire all’occhio indagatore delle truppe borboniche stanziate nella vicinissima Bari, Nicola Longo fece del Palazzo Valerio-Longo, in via Conte Stella, il luogo di incontro dei cospiratori.

Due lettere inviategli da Giuseppe Garibaldi testimoniano la sua fama di liberale, in particolare la prima datata 8 agosto 1860 nella quale Garibaldi incita all’azione per la liberazione delle Province napoletane dai Borboni e l’altra del giugno 1862 in cui l’eroe dei due mondi esorta gli italiani a continuare la lotta per la liberazione di Roma e Venezia. Con la sconfitta dei Borboni e l’unità d’Italia i liberali iniziarono le loro vendette contro coloro i quali avevano sostenuto i vecchi monarchi, ma a Modugno non si registrarono atti del genere anche grazie all’azione di Nicola Longo, in ossequio alla blanda ricerca dei cospiratori effettuata dal Decurionato nel 1820.

Nicola Longo fece parte del primo Consiglio Provinciale di Bari che si costituì dopo l’unità d’Italia. Insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio durante il Regno delle Due Sicilie per la sua opera di medico, il 28/05/1876 il primo re d’italia, Vittorio Emanuele II, lo nominò Cavaliere della Corona d’Italia per l’alto contributo dato alla causa dei Savoia. Poco più di un anno dopo, il 12 giugno 1877, Nicola Longo, concluse la sua esistenza alla veneranda età di 88 anni.

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